Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 che questo pegno almen...
 AMASI
                                                  Lasciami in pace.
 SAMMETE
 
    Guardami, padre amato...
 
 AMASI
 
820Lasciami, figlio ingrato.
 
 BEROE
 
 Amor ti dia consiglio...
 
 AMASI
 
 È troppo ingrato il figlio.
 
 SAMMETE
 
 Ingrato ah non son io.
 
 BEROE
 
 Eccede il tuo rigor.
 
 A TRE
 
825 In quante parti, oh dio!
 mi si divide il cor.
 
 SAMMETE
 
 Signor, de’ falli miei
 sai la cagion qual è.
 
 BEROE
 
    Non ti scordar che sei
830pria genitor che re.
 
 AMASI
 
 (In tal cimento, oh dei!
 chi mai si vide ancor). (Partono da diverse parti)
 
 Fine dell’atto secondo
 
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Appartamento terreno con vista di logge che conducono a’ giardini reali.
 
 AMASI e NITTETI, poi BUBASTE
 
 NITTETI
 E fia vero, o mio re? Varran sì poco
 dunque nel cor d’un padre
835i dritti di natura? Un figlio...
 AMASI
                                                       Un figlio,
 che pria di me se gli scordò, non merta
 ch’io gli rammenti. È reo di morte...
 NITTETI
                                                                    È reo;
 ma non l’istessa han sempre i falli istessi
 velenosa sorgente. Ei Beroe adora;
840ei la perdea. Tu non conosci appieno
 qual virtù, qual bellezza il figlio accese.
 Ah son grandi, o signor, le sue difese.
 AMASI
 Beroe m’è nota; e più di quel che credi
 padre son io; ma di giustizia io deggio
845non di deboli affetti
 oggi prove all’Egitto. Oggi conversi
 tutti son gli occhi in me. Da me ciascuno...
 NITTETI
 Ciascun da te dimanda
 clemenza e non rigor. Io pur, da tante
850tue regie offerte autorizzata assai
 ad implorar mi credo,
 signor, grazie da te. Questa io ti chiedo.
 AMASI
 (Olà). D’Aprio una figlia
 dà legge allor che implora. Olà, Bubaste,
855all’oscuro recinto
 ov’è Sammete affretta il passo.
 NITTETI
                                                          (Ho vinto).
 AMASI
 Digli che salvo il vuole
 Nitteti offesa, e ch’io consento a patto
 che grato ei sia. Purché ad offrirle in dono
860venga il cor con la destra, io gli perdono.
 NITTETI
 (Oimè!)
 BUBASTE
                   Volo.
 NITTETI
                               Che fai? Io mai non chiesi
 prezzo dell’opra mia. Sempre sarebbe,
 bench’ei cedesse, il tuo pensier deluso.
 Io (soffritelo affetti) io lo ricuso.
 AMASI
865Ricusalo, se vuoi; ma venga ed offra
 materia al tuo rifiuto.
 NITTETI
                                          Inutil cura.
 AMASI
 Ah generosa! Invano
 la tua celar pretendi
 ingegnosa pietade. I sensi miei,
870Bubaste, udisti. A lui gli reca e torna
 a me co’ suoi. (Parte Bubaste)
 NITTETI
                             Dunque?
 AMASI
                                                 Ho deciso. O cede,
 o aspetti il suo castigo.
 NITTETI
                                            (Ah di salvarlo
 facciam l’ultime prove). (In atto di partire)
 AMASI
 Dove, Nitteti?
 NITTETI
                             Ad arrossirmi altrove. (Parte)
 
 SCENA II
 
 AMASI, indi AMENOFI
 
 AMASI
875Ah de’ falli del figlio in parte è reo
 il mio soverchio amor. Poco, or m’avveggo,
 il mio cor gli celai. Troppo conosce
 che il punirlo è punirmi e forte il rende
 la debolezza mia. Ma s’ei non cede
880giudice e re... No; cederà. Si sprezza
 da lungi, il so, ma non si guarda poi
 con la costanza istessa
 il momento fatal quando s’appressa.
 AMENOFI
 Con sollecita istanza
885d’Iside il sacerdote
 chiede, signor, che tu l’ascolti.
 AMASI
                                                         Intendo.
 Del tempio profanato
 vorrà vendetta.
 AMENOFI
                               A me nol disse. Ei reca
 un chiuso foglio ed uom canuto ha seco
890che alla spoglia mi parve,
 non ai detti, un pastor.
 AMASI
                                            Che fia! S’ascolti. (In atto di partire)