Il trionfo di Clelia, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1774

 SCENA ULTIMA
 
 CLELIA con seguito di romani che sentendo nominarsi da TARQUINIO s’arresta pochi istanti ad ascoltarlo, non veduta da lui, né da PORSENNA, e seco tutti.
 
 PORSENNA
 No; ma di mia dubbiezza
 tutto ciò non mi priva.
 TARQUINIO
935E Clelia fuggitiva
 appresso al delinquente?
 CLELIA
 Tarquinio è un mentitor; Clelia è presente.
 PORSENNA
 Qui Clelia!
 TARQUINIO
                       (Or son perduto).
 PORSENNA
                                                         A che fuggisti?
 A che torni fra noi?
 CLELIA
                                      Costui, Porsenna,
940di rapirmi tentò; d'insidie intorno
 già cinta ero da lui; fuor che un destriero,
 il fiume e il mio coraggio, altro soccorso
 non restava per me; costretta andai
 del Tebro ad affrontar l'onda orgogliosa.
945Dell'onor mio gelosa
 mi sottrassi a uno scorno;
 gelosa or di mia fede a voi ritorno.
 PORSENNA
 Oh portenti!
 LARISSA
                          Oh speranze!
 ORAZIO
                                                     Ah non è questo
 il suo fallo maggiore. Ei fu che il patto
950perfido infranse; e fra Porsenna e Roma
 sospetti seminò.
 TARQUINIO
                                 Signor t'inganna;
 non prestar fede alle menzogne altrui.
 CLELIA
 Prestala dunque a lui.
 Questo foglio ei vergò. Nega se puoi
955le note, i sensi tuoi.
 TARQUINIO
 (Oimè!) (Atterrito)
 CLELIA
                    Leggi o Porsenna. (Gli porge il foglio)
 TARQUINIO
                                                      (Il foglio mio!
 L'amico ah mi tradì. Speranze addio). (Fugge)
 PORSENNA
 E Tarquinio a tal segno...
 LARISSA
 Si dileguò l'indegno.
 MANNIO
                                        E la sua fuga
960reo lo conferma.
 PORSENNA
                                 Un sì funesto oggetto
 ben dagli occhi ei mi toglie.
 ORAZIO
                                                     Or de' Romani...
 CLELIA
 Del tuo Tarquinio or puoi...
 PORSENNA
                                                    Non insultate
 amici al mio rossor. Di tanti e tanti
 prodigi di virtù sento il cor mio
965pieno così che son romano anch'io.
 Quanti assalti in un dì! Muzio mi scosse;
 Orazio m'invaghì; ma del trionfo
 hai tu l'onor bella eroina. È incerto
 s'oggi in Clelia ostentò pompa maggiore
970della patria l'amore,
 il coraggio, la fede
 o l'onestà. Va'; torna a Roma; e vinto
 da te Porsenna annuncia. Offrimi amico,
 offrimi difensore
975della sua libertà. Chi mai non vede
 che la protegge il ciel, che il ciel voi scelse
 a dar norme immortali
 all'armi, alla ragione, un solo impero
 a far del mondo intero,
980ad onorar l'umanità? Rispetto
 del fato il gran disegno; e son superbo
 d'esser io destinato
 il gran disegno a secondar del fato.
 CORO DI ROMANI
 
    Oggi a te gran re toscano
985tua mercé Roma felice
 della propria è debitrice
 contrastata libertà.
 
 PORSENNA
 
    Ed a me sarà poi grata
 nelle età le più lontane
990dall'eccelse alme romane
 l'esaltata umanità.
 
 CLELIA
 
    Sì gran re...
 
 ORAZIO
 
                            Gran re toscano...
 
 CLELIA
 
 Per te Roma oggi è felice.
 
 ORAZIO
 
 A te Roma è debitrice
995della propria libertà.
 
 PORSENNA
 
    Ed a me sarà poi grata
 l'esaltata umanità.
 
 TUTTI I ROMANI
 
    Oggi a te gran re toscano
 tua mercé Roma felice
1000della propria è debitrice
 contrastata libertà.
 
 Fine