L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Borghi, 1751

 SCENA III
 
 Giardino che termina al fiume Brenta.
 
 ROSANNA, LAURA, GIACINTO, FORESTO sopra sedili erbosi, poi FABRIZIO
 
 A QUATTRO
 
    Che amabile contento
 fra questi ameni fiori
 godere il bel concerto
100degli augelin canori.
 Che bell'udir quell'aure,
 quel'onde a mormorar!
 
 FABRIZIO
 
    Che bella compagnia,
 fa proprio innamorar.
 
 A QUATTRO
 
105   Che bell'udir quest'aure,
 quel'onde a mormorar.
 
 GIACINTO
 Bellissima Rosanna,
 nell'Arcadia novella
 bramo che siate voi mia pastorella.
 ROSANA
110Anzi mi fate onore
 e vi accetto, signor, per mio pastore.
 FORESTO
 E voi, Lauretta cara,
 seguendo d'Arcadia il paragone,
 la... sarete.
 LAURA
                       E voi il ...
 FABRIZIO
115Bravi, così mi piace,
 voi quattro in buona pace
 state qui allegramente
 e il povero Fabrizio niente, niente.
 GIACINTO
 Via, sedete, o signore.
 FABRIZIO
                                           Io sederei
120qui volontieri un poco,
 s'uno di lor signor mi desse loco.
 FORESTO
 Intesi dir fra l'altre cose vere
 che quando non v'è luogo
 non si può sedere.
 FABRIZIO
125(Cappari, il caso è brutto.
 Io niente e loro tutto, aspetta aspetta).
 Amico, una parola.
 FORESTO
                                     E che volete?
 FABRIZIO
 Parlar di quel negozio.
 FORESTO
 Di che?
 FABRIZIO
                  Non m'intendete? Uh capo storno!
 FORESTO
130Dell'arsan?
 FABRIZIO
                               Io!
 FORESTO
                                       Lauretta, adesso torno.
 Eccomi, ov'è il denaro?
 FABRIZIO
 Aspetta un momento,
 passeggiate un tantin ed io mi sento.
 Ah! Ah! Te l'ho ficata.
135Oh questa sì ch'è bella,
 io non voglio star senza pastorella.
 FORESTO
 Pacienza, me l'hai fatta;
 ma mi vendicherò.
 LAURA
                                      (Vuo' divertirmi).
 Bella creanza al certo!
140Dove apprendeste mai
 cotanta inciviltà?
 FABRIZIO
                                  Ma finalmente...
 LAURA
 Finalmente, vi dico,
 non si tratta così.
 FABRIZIO
                                  Son io...
 LAURA
                                                   Voi siete
 un bell'ignorantaccio.
145Dirò meglio; voi siete un villanaccio.
 FABRIZIO
 Al padrone di casa?
 LAURA
                                       Che padrone?
 Questa casa ch'è qui non è più vostra.
 Questa è l'Arcadia nostra,
 noi siamo pastorelle e voi pastore;
150e non serve che fate il bell'umore.
 FABRIZIO
 Dice ben.
 FORESTO
                     La capite.
 LAURA
 Non occorre che dite:
 «Voglio, non voglio».
 FABRIZIO
                                         Oibò.
 FORESTO
                                                      Vogliamo fare
 tutto quel che ci pare.
 FABRIZIO
155Signorsì.
 LAURA
                    E non è poca
 la nostra cortesia
 che non v'abbiam sinor cacciato via.
 FABRIZIO
 Padroni.
 FORESTO
                   Avete inteso?
 FABRIZIO
 Se non son sordo.
 LAURA
                                   Acciò ben la capisca
160la vostra mente stolta,
 ve lo tornerò a dir un'altra volta.
 
    Vogliamo fare
 quel che ci pare.
 Vogliam cantare,
165vogliam ballare
 e voi tacete,
 poiché voi siete
 senza giudizio,
 signor Fabrizio,
170siete arrabbiato?
 Via, ch'ho burlato,
 nol dirò più.
 
    L'Arcadia nostra
 tutto permette.
175Due parolette
 non fanno male.
 Ah un animale
 di voi più docile
 già mai non fu.