L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Borghi, 1751

 SCENA IV
 
 ROSANA, GIACINTO, FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
180Io rimango incantato.
 FORESTO
 Signor, che cosa è stato?
 Se comanda seder, si senta pure.
 Oh questa sì che è bella!
 Io non voglio star senza pastorella.
 FABRIZIO
185Ancor voi mi burlate?
 FORESTO
 Io burlarvi, pensate,
 siete l'amico mio più fido e caro
 ma se manca il denaro,
 vi giuro in fede mia
190che tutti se n'andiamo in compagnia.
 FABRIZIO
 Andate col malan che il ciel vi dia.
 Ma signora Rosana,
 che dite voi? Che dite voi, Giacinto,
 del parlar di Lauretta?
 GIACINTO
                                            E non vedete
195ch'ella si prende spasso?
 FABRIZIO
 Corpo di satanasso,
 cospettonon di Bacco,
 se me n'ha detto un sacco.
 ROSANA
 E pur il di lei sdegno
200parmi d'amor un segno,
 la femina talora
 scaltra finge odiar quel che più adora.
 FABRIZIO
 Possibile che m'ami
 e così mi strappazzi?
 ROSANA
                                         Io ve lo giuro,
205statene pur sicuro.
 Più volte l'amor suo mi ha confidato.
 Arde per voi.
 FABRIZIO
                           Che amore indiavolato.
 GIACINTO
 È ver?
 ROSANA
                Mi prendo spasso.
 Sapete la cagione
210ch'or la rese furiosa?
 Perché di me è gelosa.
 FABRIZIO
                                           Or la capisco.
 Ma che motivo è mai
 d'ingellosir di voi?
 ROSANA
                                     Gli affetti miei
 ho confidato a lei.
 FABRIZIO
215Dunque voi pur mi amate?
 ROSANA
 Purtroppo è ver.
 FABRIZIO
                                 Bellezze fortunate!
 Giacinto, che ne dite?
 Forse v'ingelosite?
 GIACINTO
                                     Niente affatto.
 Io non sono sì matto,
220s'ella v'ama, signor, io vado via,
 che non voglio impazzir per gelosia.
 
    D'un amante è gran follia
 impazzir per gelosia.
 S'una donna è di me stanca,
225non mi manca altra beltà.
 
    Per la donna chi s'affanna,
 chi s'addira assai s'inganna,
 già si sa che invan si spera
 una vera fedeltà.