L’Arcadia in Brenta, libretto, Verona, Saracco, 1752

 SCENA XI
 
 Camera in casa di Fabrizio.
 
 Madama LINDORA, poi il conte BELLEZZA
 
 LINDORA
 Dove Laura e Rosana,
 dove mai son, vorrei seder un poco.
455Chi è di là? V'è nessuno?
 IL CONTE
 Madama, vi son io.
 LINDORA
 Da sedere... Oh perdoni;
 non l'avevo veduto.
 CONTE
 A tempo son venuto. (Gli dà la sedia)
460S'accomodi.
 LINDORA
                         Mi scusi...
 CONTE
 Anzi al provido ciel le grazie io mando,
 perché degno mi fe' di suo comando.
 LINDORA
 Non vo' di divertirmi
 perder la congiontura
465con questa original caricatura.
 Ma chi è lei, mio signore?
 CONTE
 Son il conte Bellezza,
 un vostro servitore,
 obligato, divoto e profondissimo.
 LINDORA
470Anzi mio padronissimo.
 CONTE
 Deh mi conceda l'alto onor sovrano
 di poterle bacciar la bianca mano.
 LINDORA
 Olà!
 CONTE
            Cos'è stato?
 LINDORA
 Voi m'avete toccato
475con troppa confidenza,
 questa con le mie pari è un'insolenza.
 CONTE
 Leggierissimamente
 alzo la lattea delicata mano
 e con l'avida bocca...
 LINDORA
480No no, che se mi tocca
 l'acuto pelo che vi spunta al mento
 mi vedrete cadere in svanimento.
 CONTE
 Lo farò con tal arte
 che voi ne stupirete;
485siate pietosa, oh dio, se bella siete.
 LINDORA
 (Rider mi fa).
 CONTE
                             Prostrato,
 mia bella, al vostro piede,
 vi domando pietà, grazia, mercede.
 LINDORA
 Via, prendete la mano.
 CONTE
490Cara man...
 LINDORA
                         Piano, piano.
 CONTE
 Ancor non l'ho toccata.
 LINDORA
 L'avete con il fiato un po' alterata.
 CONTE
 Andrò cauto anche in questo.
 Lasciate...
 LINDORA
                      Sono stanca.
 CONTE
495Riposate la man sovra il mio braccio.
 LINDORA
 Che ruvido pannaccio!
 CONTE
 Vi porrò il fazzoletto.
 LINDORA
 Non mi par molto netto.
 CONTE
 Dunque, che far dovrò?
 LINDORA
500Non saprei.
 CONTE
                         Ah madama, io morirò.
 LINDORA
 Vi vorrei compiacer ma non vorrei
 che la mia compassione...
 CONTE
 Trovata ho una invenzione
 che non vi spiacerà. La bella mano
505alzate da voi stessa
 e mentr'ella s'appressa al labro mio
 il labro inchino e me gl'accosto anch'io.
 LINDORA
 Mi contento.
 CONTE
                          Sian grazie al cielo, al fato;
 generosa madama, io son beato.
510Eccomi, alzate un poco.
 Ancora un poco più.
 LINDORA
                                       Non mi stancate.
 CONTE
 Ma, se non vi fermate
 per un momento solo...