L’Arcadia in Brenta, libretto, Verona, Saracco, 1752

800una delicatezza estraordinaria. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 ROSANA, GIACINTO
 
 ROSANNA
 Bei caratteri al certo.
 GIACINTO
                                         Anzi bellissimi.
 Io, che stolto non son, scelta ho per ninfa
 donna di senno e di beltà.
 ROSANNA
                                                  Di grazia
 non seguite anche voi quel vil costume
805di adular per piacere.
 GIACINTO
                                          Ah nol temete;
 io vi stimo assai più che non credete.
 ROSANNA
 Per or godo l’onore
 che siate mio pastore
 ma, terminata poi l’Arcadia nostra,
810pastorella non son, non son più vostra.
 GIACINTO
 Chi sa, se non sdegnate
 di chi v’adora il core,
 io per sempre sarò vostro pastore.
 ROSANNA
 Felicissima Arcadia allor direi,
815se tutti i giorni miei
 lieta passar potessi al colle, al prato,
 col mio pastor, col mio Giacinto allato.
 
    Se di quest’alma i voti
 ascolta il dio d’amor,
820lieto sarà il mio cor,
 sarò felice.
 
    Per or di più non dico
 ma forse un dì verrà
 che il labbro dir potrà