L’Arcadia in Brenta, libretto, Verona, Saracco, 1752

 SCENA VIII
 
 Madama LINDORA, poi il CONTE con un speziale che porta vari medicamenti
 
 LINDORA
 Io fo così, sien belli o sieno brutti,
 per prendermi piacer li burlo tutti.
 CONTE
 Eccovi lo spezial, signora mia,
1225ed ha mezza con lui la speziaria.
 LINDORA
 Il cordiale. (Al conte)
 CONTE
                        Il cordiale. (Allo speziale) Ecco il cordiale. (A madama)
 LINDORA
 Mezzo voi, mezzo io.
 CONTE
                                        Io non ho male.
 LINDORA
 Quando si serve una dama,
 ricusar non si può.
 CONTE
1230Dite ben, dite bene, io beverò. (Ne getta mezzo in un bicchiere e lo beve, poi dà il resto a Lindora)
 LINDORA
 È gagliardo?
 CONTE
                          Un po' troppo.
 LINDORA
 Ne vuo' assaggiar un poco,
 ah no no, non lo voglio, è tutto foco.
 Datemi l'elixir.
 CONTE
                               Ecco qui.
 LINDORA
1235Bevetene voi prima in quel bicchiere.
 CONTE
 Ma io...
 LINDORA
                 Ma voi non siete cavaliere.
 CONTE
 Vi domando perdono.
 Vi servo, io bevo e cavalier io sono.
 LINDORA
 Vi piace?
 CONTE
                     Niente affatto.
1240Mi ha posto un mongibel nel corpo mio.
 LINDORA
 Dunque, quand'è così, non lo vogl'io.
 CONTE
 Ed io intanto l'ho preso.
 LINDORA
                                              Ohimè mi sento
 lo stomaco pesante.
 Ha portato il purgante?
 CONTE
                                              Sì, madama,
1245è questo un solutivo
 ch'è molto operativo;
 e se voi vi sentite indigestione,
 in poch'ore farà l'operazione.
 LINDORA
 Lasciatelo veder.
 CONTE
                                  Eccolo.
 LINDORA
                                                 È troppo
1250per lo stomaco mio.
 Mezzo voi lo beverete e mezzo io.
 CONTE
 Bisogno non ne ho.
 LINDORA
                                      Che importa questo?
 Prendetelo e bevete,
 se cavalier voi siete.
 CONTE
1255Beverò, beverò, sì, madamina.
 (Lei ha mal ed io prendo medicina).
 LINDORA
 Oibò, nausea mi fa; no, non lo voglio.
 CONTE
 Io sento un grande imbroglio
 nello stomaco mio.
 LINDORA
1260Conte, soffrite voi che soffro anch'io.
 CONTE
 
    Sì, madama, soffrirò.
 Ma mi sento un certo che...
 che vorrebbe tornar su.
 Ahi soffrir non posso più.
1265Deh, ch'io vada permettete;
 attendete, tornerò.
 
    No, vi dico, non vorrei...
 Se sentiste i dolor miei;
 nol credete? Io tacerò.
1270Voi volete? Io crepperò.