L’Arcadia in Brenta, libretto, Leida, Luzac, 1752

 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 IL CONTE
 Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di bon core.
 LAURA
1195Per le ninfe d'Arcadia è un bon pastore.
 FORESTO
 Signori miei, disingannar vi voglio,
 il povero Fabrizio è disperato.
 Egli s'è rovinato.
 Ordina di gran cose ma stamane
1200non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURA
 Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
 Per stamattina è andata.
 IL CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere
 fin che si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
1205Ma il piccion vi sarà?
 FORESTO
                                          No certamente.
 LINDORA
 Come viver potrò senza ristoro?
 Ahimè, che languidezza! Io manco, io moro.
 IL CONTE
 Ah madama, madama,
 eccovi sampareglie,
1210spirito di melissa,
 acqua della regina,
 estratto di cannella soprafina.
 LINDORA
 V'è alcuna spezieria?
 FORESTO
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
 Deh fatemi il piacer, contino mio.
1215Andatemi a pigliare,
 giacché non ho ristoro,
 della polvere d'oro,
 un cordiale di perle,
 un elexir gemmato
1220con qualche solutivo delicato.
 IL CONTE
 Per servirvi, madama, in un istante,
 pongo lo sprone al cor, l'ali alle piante. (Parte)