L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Pisarri e Primodì, 1753 (Faenza)

 SCENA IX
 
 Camera in casa di Fabrizio.
 
 Madama LINDORA, poi il conte BELLEZZA, indi FABRIZIO
 
 LINDORA
 Dov'è Laura e Rosanna?
 Dove mai son? Vorrei sedere un poco.
 Chi è di là? V'è nessuno?
 CONTE
295Madama vi son io.
 LINDORA
 Da seder... Oh perdoni;
 non l'avevo veduto.
 CONTE
 A tempo son venuto,
 s'accomodi.
 LINDORA
                         Mi scusi.
 CONTE
300Anzi al provido ciel le grazie mando.
 Perché degno mi fe' d'un suo comando.
 Tal gli è il conte Bellezza servitore
 obbligato, divoto e profondissimo.
 LINDORA
 Anzi mio padronissimo.
 CONTE
305Deh mi conceda l'alto onor sovrano
 di poterli baciar la bianca mano...
 LINDORA
 Olà...
 CONTE
              Che cosa è stato?
 LINDORA
 Voi m'avete toccato
 con troppa confidenza;
310questa con le mie pari è un'insolenza.
 CONTE
 Leggerissimamente
 alzo la latea delicata mano
 e con l'avida bocca...
 LINDORA
 No no, che se mi tocca
315l'acuto pelo che vi spunta al mento,
 mi vedrete cadere in svenimento.
 CONTE
 Lo farò con tal arte
 che voi ne stupirete;
 siate pietosa, oh dio, se bella siete.
 LINDORA
320(Rider mi fa).
 CONTE
                             Prostrato
 mia bella al vostro piede,
 vi domando pietà, grazia e mercede.
 LINDORA
 Son stanca.
 CONTE
                        Riposate
 la man sovra il mio braccio...
 LINDORA
325Che ruvido panaccio...
 CONTE
 Vi porrò il fazzoletto.
 LINDORA
 Non mi par troppo netto.
 Vi vorrei compiacere
 ma la mia compassione...
 CONTE
330Trovata ho una invenzione
 che non vi spiacerà; la bella mano
 alzate da voi stessa
 e mentre ella s'appressa al labro mio
 il labro inchino e me gli accosto anch'io.
 LINDORA
335Mi contento.
 CONTE
                          Sian grazie dunque al fato,
 generosa madama io son beato;
 eccomi, alzate un poco;
 ancora un poco più...
 LINDORA
                                         Voi mi stancate.
 CONTE
 Ma se non vi fermate,
340per un momento solo...
 FABRIZIO (Esce fretoloso)
 Signor conte Bellezza mi consolo.
 CONTE
 (Indiscreta fortuna!) Ma di che?
 FABRIZIO
 Il principe lei è
 per tutto questo dì d'Arcadia nostra.
 CONTE
345È gentilezza vostra.
 (Ah, che più goderei
 il bramato piacer de' labbri miei).
 FABRIZIO
 A voi principe degno (Presenta un serto di fiori al conte)
 del suo rispetto in segno
350manda l'Arcadia vostra
 questo serto di fiori.
 LINDORA
 Ahi mi fate morir con questi odori.
 CONTE
 Oh che serto fatale!
 LINDORA
 Mi sento venir male.
 FABRIZIO
355Presto presto tabacco...
 LINDORA
                                            Sì, tabacco...
 FABRIZIO
 Prenda.
 LINDORA
                  È troppo granito.
 CONTE (Presentando la scatola)
 Questo è fino assai più.
 LINDORA
 Non mi piace, signor, va troppo in su.
 FABRIZIO
 Prenda, prenda di questo. (Presentandogli un’altra scatola)
360È foglia schietta, schietta, leggerissima.
 LINDORA
 Questo mi piace assai, obbligatissima.
 FABRIZIO (Al conte che prende tabaco anch’esso)
 Comanda?
 CONTE
                       Mi fa grazia.
 
 FABRIZIO
 Anzi lei mi fa onore.
 (Addesso addesso rider vo' di core).
 
365   Vada, vada.
 
 CONTE
 
                            Vada lei. (A Lindora)
 
 LINDORA
 
 Anzi lei. Vada, eccì. (Stranuta)
 
 FABRIZIO, CONTE A DUE
 
 Viva viva.
 
 LINDORA
 
                      Grazie, eccì.
 Ahi! Eccì. Ahi! Eccì.
 
 FABRIZIO
 
 Poverina!
 
 CONTE
 
                     Presto. Eccì.
 
 FABRIZIO
 
370Che bel garbo! Son qua io.
 Forti. Eccì.
 
 CONTE
 
                       Alto. Eccì.
 
 LINDORA
 
 Aiutatemi. Eccì.
 
 CONTE, FABRIZIO A DUE
 
    Che tabacco. Eccì, eccì.
 Maledetto, eccì, eccì.
375Che tormento che mi sento,
 più non posso, eccì, eccì.
 
 CONTE
 
    Via madama non è niente.
 
 FABRIZIO
 
 Che tabacco impertinente.
 
 LINDORA
 
 Acqua fresca per pietà.
 
 A TRE
 
380   Dunque andiamo in compagnia
 a goder con allegria
 dell'Arcadia il primo dì.
 
    Vada, vada, eccì, eccì.
 
 LINDORA
 
 Maledetto tabaccaccio.
 
 CONTE
 
385Oh che impaccio! Eccì, eccì.
 
 FABRIZIO
 
 Favorisca.
 
 LINDORA
 
                      Signorsì.
 
 A TRE
 
 Facci grazia. Eccì, eccì.
 
 Fine dell’atto primo