L’Arcadia in Brenta, libretto, Bologna, Pisarri e Primodì, 1753 (Faenza)

 SCENA IV
 
 LINDORA, poi il CONTE accompagnato da uno speziale con vari medicamenti
 
 CONTE
920Eccovi lo spezial, signora mia,
 ed ha mezza con lui la speziaria.
 LINDORA
 Il cordiale?
 CONTE
                        Ecco il cordiale...
 LINDORA
 Mezzo voi, mezzo io...
 CONTE
                                          Io non ho male.
 LINDORA
 Quando si serve dama
925ricusar non si può.
 CONTE
 Dite ben, dite ben, lo beverò.
 LINDORA
 È gagliardo?
 CONTE
                          Un po' troppo.
 LINDORA
 Ne vuo' assaggiar un poco...
 Ah no no, non lo voglio, è tutto foco.
930Datemi l'elexir.
 CONTE
                                Eccolo qui.
 LINDORA
 Bevetene voi prima in quel bicchiere.
 CONTE
 Ma io...
 LINDORA
                 Ma voi non siete cavaliere?
 CONTE
 Vi domando perdono,
 vi servo, bevo e cavaliere io sono.
 LINDORA
935Vi piace?
 CONTE
                     Niente affatto;
 ha posto un mongibel nel corpo mio.
 LINDORA
 Dunque, quand'è così, non lo vogl'io.
 CONTE
 Ed intanto io l'ho preso.
 LINDORA
                                              Ahimè mi sento
 lo stomaco pesante.
940Ha portato il purgante?
 CONTE
                                              Sì madama,
 è questo un solutivo
 di molto operativo.
 LINDORA
 Lasciatelo veder...
 CONTE
                                    Eccolo.
 LINDORA
                                                   È troppo
 per lo stomaco mio.
945Mezzo il berete voi e mezzo io.
 CONTE
 Bisogno non ne ho.
 LINDORA
                                      Che importa questo?
 Prendetelo e bevete,
 se cavalier voi siete.
 CONTE
 Beverò, beverò, sì madamina.
950Lei ha mal ed io prendo medicina.
 LINDORA
 Oibò. Nausea mi fa, non lo voglio.
 CONTE
 Io sento un grande imbroglio
 nello stomaco mio.
 LINDORA
 Conte soffrite voi che soffro anch'io.
 CONTE
 
955   Io mi sento un tale impiccio
 entro me né so che sia
 aver preso per follia
 tanti imbrogli per piacer. (Parte)