L’Arcadia in Brenta, libretto, Cremona, Ricchini, 1754

 SCENA VI
 
 Viene una portantina, da cui scende madama LINDORA servita da due braccieri, e detto
 
 LINDORA
 Come! Non vi è nessuno
 che mi venga a incontrar? Dov'è il padrone?
 FABRIZIO
 Vi prego inginocchione
180perdonar, se ho tardato.
 LINDORA
 Il padrone di casa è un malcreato.
 FABRIZIO
 Il padrone son io.
 LINDORA
 Oh, scusi, padron mio.
 Detto ho così per gioco.
185Gli domando perdon, se ho detto poco.
 FABRIZIO
 Che serve! Un'altra volta
 meglio si parlerà.
 LINDORA
 Guardate per pietà
 che non vi siano fiori.
190Io non posso sentir cattivi odori.
 FABRIZIO
 L'odor non è cattivo. Faccia grazia.
 LINDORA
 Oibò. (S’avvanza e si tura il naso)
 FABRIZIO
               Qualche disgrazia?
 LINDORA
 Maledetto giardino,
 ho sentito l'odor di gelsomino.
 FABRIZIO
195Vuol che lo butti via?
 LINDORA
                                         Subito, presto.
 FABRIZIO
 Vattene, o brutto vaso,
 che di madama hai conturbato il naso.
 LINDORA
 È lei il signor Fabrizio?
 FABRIZIO
                                             Sì signora.
 LINDORA
 È questo il suo casino?
 FABRIZIO
200Questo è il casino dove ogn'anno villeggio.
 LINDORA
 Oibò, che roba! Non si può far peggio.
 FABRIZIO
 Se mai non le piacesse, ella è padrona
 d'andar quando le pare.
 LINDORA
 No no, non voglio fare
205questo gran torto al mio signor Fabrizio;
 resterò, vi farò questo servizio.
 FABRIZIO
 Obbligato davvero ma se mai
 se ne volesse andar...
 LINDORA
                                         Dite, ove sono
 le arcadi pastorelle?
 FABRIZIO
                                       Io non lo so.
 LINDORA
210Non importa, signor, le cercherò.
 FABRIZIO
 Comanda ch'io la servi?
 LINDORA
                                              Obbligatissima;
 voi siete un po' vecchiotto.
 Io voglio che mi serva un giovinotto.
 FABRIZIO
 Adunque, s'io son vecchio,
215perché viene da me?
 LINDORA
                                         Per tormi spasso.
 FABRIZIO
 Spasso de' fatti miei? (Adirato)
 LINDORA
                                           No, bel visino,
 no, di voi non mi burlo, anzi vi stimo.
 Vi lodo, vi professo obbligazione;
 e vi dico che siete...
 FABRIZIO
                                      Un bel minchione.
 LINDORA
220Non dicevo così.
 FABRIZIO
                                 Ma io lo dico.
 LINDORA
 Quando lo dite voi, non contradico.
 FABRIZIO
 Ma vede, non conviene
 una donna di spirto come lei
 perder il tempo suo co' pari miei.
 LINDORA
225Voi siete un bel spirto,
 voi siete della Brenta il primo onore,
 d'Arcadia il gran pastore;
 siete signor Fabrizio
 senza diffetto alcun...
 FABRIZIO
                                         Senza giudizio.
 LINDORA
230Eh, che dite?
 FABRIZIO
                           Conosco il merto mio.
 LINDORA
 Quando lo dite voi, lo dico anch'io.
 FABRIZIO
 Dunque...
 LINDORA
                      Dunque men vado
 a ritrovar le belle
 di questa vostra Arcadia pastorelle.
 
235   Riverente a lei m'inchino.
 Ehi, braccieri, qua la mano;
 venga presto... Andate piano;
 venga poi, non mi stancate,
 correr troppo voi mi fate;
240mi vien mal... Non posso più.
 
    Via bel bello andiamo avanti,
 gli son serva, addio monsù. (Parte)