L’Arcadia in Brenta, libretto, Cremona, Ricchini, 1754

 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 CONTE
1075Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di buon core.
 LAURA
 Per le ninfe d'Arcadia è un buon pastore.
 FORESTO
 Signori miei disingannar vi voglio,
 il povero Fabrizio è disperato.
 Egli s'è rovinato.
1080Ordina di gran cose ma stamane
 non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURA
 Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
 Per stamattina è andata.
 CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere,
1085finché si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
 Ma il cappon vi sarà?
 FORESTO
                                          No certamente.
 LINDORA
 Come viver potrò senza ristoro?
 Ahimè, che languidezza! Io manco, io moro.
 CONTE
 Ah madama, madama,
1090eccovi sampereglie,
 spirito di melissa,
 acqua della regina,
 estratto di canella soprafina.
 LINDORA
 V'è alcuna spezieria?
 CONTE
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
1095Deh fatemi il piacer, contino mio,
 andatemi a pigliare
 della polvere d'oro,
 un cordiale di perle,
 un elixir gemmato
1100con qualche solutivo delicato.
 CONTE
 Per servirvi, madama, in un istante,
 pongo lo sprone al cor, l'ali alle piante. (Parte)