L’Arcadia in Brenta, libretto, Londra, Woodfall, 1755

 SCENA III
 
 FABRIZIO, ROSANA e GIACINTO
 
 FABRIZIO
90Ma, signora Rosana,
 che dite voi? Che dite voi, Giacinto,
 del parlar di Lauretta.
 GIACINTO
 Ella si prende spasso.
 ROSANA
 Anzi il di lei sdegno
95parmi d'amore un segno.
 GIACINTO
                                                 Io ve lo giuro,
 statene pur sicuro.
 ROSANA
 Più volte l'amor suo m'ha confidato;
 arde per voi.
 FABRIZIO
                           Che amore indiavolato!
 ROSANA
 Sapete la cagione
100che or la rese furiosa?
 Perché è di me gelosa.
 FABRIZIO
                                           Or la capisco.
 Ma che motivo ha mai
 d'ingelosir di voi?
 ROSANA
                                    Gl'affetti miei
 ho confidato a lei.
 FABRIZIO
105Dunque voi pur m'amate?
 ROSANA
 Purtroppo è ver.
 FABRIZIO
                                 Bellezze fortunate!
 Giacinto, che ne dite?
 Forse v'ingelosite?
 GIACINTO
                                     Niente affatto.
 Io non sono sì matto,
110s'ella v'ama, signor, io vado via,
 che non voglio impazzir per gelosia.
 
    Fra cento affanni e cento
 di viver non mi sento;
 smaniar per un bel viso,
115morir per una ingrata,
 no, questo non so far.
 
    Nel proprio suo tormento
 s'agita un cor geloso,
 soffre, non ha riposo
120e privo di contento
 si vede delirar.