L’Arcadia in Brenta, libretto, Londra, Woodfall, 1755

 Veggo più, veggo molto
 in quell’amabil volto
 che con raggi di placido splendore
380spiega l’idea del liberal suo core.
 FABRIZIO
 Signor, lei mi confonde.
 Vorrei dir ma non so,
 per andar alla breve io tacerò.
 CONTE
 Quel silenzio loquace
385quanto, quanto mi piace! Ella tacendo
 col muto favellar va rispondendo
 ed io, che tutto intendo,
 il genio suo comprendo.
 Ella vuol favorirmi ed io mi arrendo;
390ed accetto le grazie e grazie rendo.
 FABRIZIO
 Le renda o non le renda,
 è tutta una facenda.
 Se qui vuole restar, mi farà onore,
 cerimonie non fo, son di buon core.
 CONTE
395Viva il buon cor. Anch’io l’affettazione
 odio nelle persone;
 parlar mi piace natural affatto.
 Perciò dal seno estratto
 il più divoto e caldo sentimento,
400trabocca dalle labra il mio contento.
 FABRIZIO
 Se questo è naturale,
 parla ben, non vi è male.
 CONTE
 La provida natura
 prese di me tal cura