L’Arcadia in Brenta, libretto, Amburgo, Spieringk, 1755

    siccome l’onore per me sempre ambitissimo di servire al vostro merito impareggiabile e di secondare le vostre sempre ossequiate premure è stato il principale eccitamento e l’unico in me di far rappresentare in questo teatro alcuni drammi giocosi per onesto vostro intrattenimento, e di tutta questa sì qualificata nobiltà e della cittadinanza insieme, così egli era ben di dovere che il primo eziandio de’ suddetti drammi da me si offerisse al merito vostro singolare e distinto. Tanto perciò eseguisco colla più ossequiosa divozione. Degnatevi dunque d’accoglierlo e di proteggerlo con quella generosa bontà, che tanto è propria dell’animo vostro gentile, e di riconoscere in esso un picciolo contrasegno sincero di quel profondo rispetto con cui mi glorio di protestarmi delle signorie vostre illustrissime divotissimo, obbligatissimo, ossequiosissimo servitore.
 
    Giovanni Lazzarini
 
 
 INTERLOCUTORI
 
 ROSANNA
 (la signora Francesca Dondini)
 MADAMA LINDORA
 (la signora Teresa Chiarini)
 LAURA
 (la signora Isabella Recaldini)
 GIACINTO
 (la signora Maria Guidi)
 FABRIZIO FABRONI da Fabriano
 (il signor Giovanni Grazioli)
 CONTE BELLEZZA
 (il signor Giovanni Delpini)
 FORESTO
 (il signor Domenico Tibaldi)
 
    La scena si rappresenta in una villa deliziosa di messer Fabrizio, situata su le rive del fiume Brenta.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Giardino che termina su le rive del fiume Brenta.
    Camera in casa di Fabrizio.
    La musica è del celebre signore Baldassare Galuppi detto Boranello.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino che termina su le rive del fiume Brenta.
 
 ROSANNA, LAURA, GIACINTO, FORESTO sopra sedili erbosi e poi FABRIZIO
 
 TUTTI
 
    Che amabile contento
 fra questi ameni fiori
 godere il bel contento
 degli augelin canori.
 
 A DUE
 
5Che bell’udir quell’aure,
 quell’onde a mormorar.
 
 FABRIZIO
 
    Che bella compagnia, (Esce Fabrizio tutto allegro)
 fa proprio innamorar.
 
 TUTTI
 
    Che bell’udir quell’aure,
10quell’onde a mormorar.
 
 GIACINTO
 Bellissima Rosanna
 nell’Arcadia novella
 bramo che siate voi mia pastorella.
 ROSANNA
 Anzi mi fate onore
15e vi accetto, signor, per mio pastore.
 FORESTO
 E voi, Lauretta cara,
 seguendo dell’Arcadia il paragone
 la peccora sarete...
 LAURA
 E voi il stallone.
 FABRIZIO
                                Bravi.
20Voi quattro in buona pace
 state qui allegramente
 ed il povero Fabrizio niente, niente.
 GIACINTO
 Via sedete o signore.
 FABRIZIO
                                         Io sederei
 qui volentieri un poco,
25s’uno di lor signor mi desse loco.
 FORESTO
 Intesi a dir fra l’altre cose vere
 che non manca mai sedia a chi ha il sedere.
 FABRIZIO
 (Cappari il caso è brutto,
 io niente e loro tutto? Aspetta, aspetta).
30Amico una parola. (A Foresto)
 FORESTO
                                     E che volete?
 FABRIZIO
 Parlar di quel negozio.
 FORESTO
 Di che?
 FABRIZIO
                  Non m’intendete? Uh capo storno.
 FORESTO
 Dell’arsan?
 FABRIZIO
                               Io?
 FORESTO
                                        Lauretta adesso torno. (S’alza)
 Eccomi, ov’è il denaro?
 FABRIZIO
35Aspettate un momento,
 passeggiate un tantino ed io mi sento, (Siede nel luogo di Foresto)
 ah ah, te l’ho ficcata.
 Oh questa sì ch’è bella,
 io non voglio star senza pastorella.
 FORESTO
40Pazienza, me l’hai fatta;
 ma mi vendicherò.
 LAURA
                                      (Vuo’ divertirmi).
 Bella creanza al certo!
 Dove apprendeste mai
 cotanta inciviltà?
 FABRIZIO
                                  Ma finalmente...
 LAURA
45Finalmente, vi dico,
 non si tratta così.
 FABRIZIO
                                  Son io...
 LAURA
                                                   Voi! Siete
 un bell’ignorantaccio.
 Dirò meglio, voi siete un villanaccio.
 FABRIZIO
 Al padrone di casa?
 LAURA
                                       Che padrone!
50Questa casa, ch’è qui, non è più vostra.
 Quest’è l’Arcadia nostra,
 noi siamo pastorelle e voi pastore;
 e non serve che fate il bell’umore.
 FABRIZIO
 Dice ben.
 FORESTO
                     La capite!
 LAURA
55Non occorre che dite:
 «Voglio, non voglio».
 FABRIZIO
                                         Oibò.
 FORESTO
                                                      Vogliam fare
 tutto quel che ci pare.
 FABRIZIO
 Signorsì.
 LAURA
                    E non è poca
 la nostra cortesia,
60che non v’abbiam sinor cacciato via.
 FABRIZIO
 Padroni.
 FORESTO
                   Avete inteso?
 FABRIZIO
 Se non son sordo.
 LAURA
                                   Acciò ben la capisca
 la vostra mente stolta
 ve lo tornerò a dir un’altra volta.
 
65   Vogliamo fare
 quel che ci pare.
 Vogliam cantare,
 vogliam ballare
 e voi tacete,
70poiché voi siete
 senza giudizio,
 signor Fabrizio,
 siete arrabbiato?
 Via, ch’ho burlato,
75non dirò più.
 
    L’Arcadia nostra
 tutto permette;
 due parolette
 non fanno male...
80Un animale
 di voi più docile
 giammai non fu.
 
 SCENA II
 
 ROSANA, GIACINTO, FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
 Io rimango incantato.
 FORESTO
 Signor, che cosa è stato?
85Se comanda seder, si serva pure.
 Oh questa sì che è bella!
 Io non voglio star senza pastorella. (Contrafacendo Fabrizio)
 FABRIZIO
 Ancor voi mi burlate?
 FORESTO
 Io burlarvi? Pensate.
90Siete l’amico mio più fido e caro.
 Ma se manca il denaro,
 vi giuro in fede mia
 che tutti se n’andiam in compagnia.
 FABRIZIO
 Andate col malan ch’il ciel vi dia.
 FORESTO
 
95   Se vi mancano i contanti
 fate quel che fanno tanti,
 impegnate e poi vendete
 e se roba non avete
 già si sa l’usanza vaga
100che si compera e non si paga
 e si gode all’altrui spese
 ed aspetta il creditor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 ROSANNA, GIACINTO e FABRIZIO
 
 FABRIZIO
 Ma, signora Rosanna,
 che dite voi! Che dite voi, Giacinto,
105del parlar di Lauretta!
 GIACINTO
                                           E non vedete