L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Ghislandi, 1758 (Novara)

 SCENA XI
 
 Camera in casa di Fabrizio.
 
 Madama LINDORA, poi il CONTE
 
 LINDORA
430Dove Laura e Rosana,
 dove mai sono?
 Vorrei sedere un poco,
 chi è di là? V'è nessuno?
 CONTE
 Madama, vi son io.
 LINDORA
435Da sedere... Oh perdoni.
 Non l'avevo veduto.
 CONTE
 A tempo son venuto,
 s'accomodi.
 LINDORA
                         Mi scusi...
 CONTE
 Anzi al provido ciel le grazie mando,
440perché degno mi fe' d'un suo comando.
 LINDORA
 Con questa original caricatura... (Sola)
 Chi è lei, mio signore?
 CONTE
 Sono il conte Bellezza,
 un vostro servidore,
445obbligato, divoto e profondissimo.
 LINDORA
 Anzi mio padronissimo.
 CONTE
 Deh mi conceda l'alto onor sovrano
 di poterli bacciar la bianca mano.
 LINDORA
 Olà.
 CONTE
            Che cosa è stato?
 LINDORA
450Voi m'avete toccato
 con troppa confidenza.
 Questa, con le mie pari, è un'insolenza.
 CONTE
 Leggierissimamente
 alzo la latea delicata mano
455e con l'avida bocca...
 LINDORA
 No no, che se mi tocca
 l'acuto pelo, che vi spunta nel mento,
 mi vedrete cadere in svenimento.
 CONTE
 Lo farò con tal arte
460che voi ne stupirete.
 Siate pietosa, oh dio, se bella siete.
 LINDORA
 Rider mi fa.
 CONTE
                          Prostrato,
 o mia bella, al vostro piede,
 vi domando pietà, grazia, mercede.
 LINDORA
465Via, prendete la mano.
 CONTE
 Cara man...
 LINDORA
                         Piano, piano.
 CONTE
 Ancor non l'ho toccata.
 LINDORA
 L'avete con il fiato insudiciata.
 CONTE
 Andrò cauto anch'in questo,
470lasciate...
 LINDORA
                    Son stanca.
 CONTE
 Riposate la man sovra il mio braccio.
 LINDORA
 Oh che ruvido panaccio.
 CONTE
 Vi porrò il fazzoletto.
 LINDORA
 Non mi par troppo netto.
 CONTE
475Dunque che far dovrò.
 LINDORA
 Io non saprei.
 CONTE
                             Ah madama, io morirò.
 LINDORA
 Vi vorrei compiacere
 ma non vorrei che la mia compassione...
 CONTE
 Tratto ho un'invenzione
480che non vi spiacerà. La bella mano
 alzate da voi stessa
 e mentre ella s'appressa al labro mio
 il labro inchino e me gl'accosto anch'io.
 LINDORA
 Mi contento.
 CONTE
                          Sian grazie al ciel, al fato,
485generosa madama, io son beato.
 Eccomi, alzate un po'.
 Ancora un poco più.
 LINDORA
                                       Voi mi leccate.
 CONTE
 Ma se non vi fermate
 per un momento sol.
 FABRIZIO
490Signor conte Bellezza, mi consolo.
 FORESTO
 Ancor io ma di core.
 CONTE
 (Indiscreta fortuna). Ma di che?
 FABRIZIO
 Il principe lei è
 per tutto questo dì d'Arcadia nostra.
 CONTE
495È gentilezza vostra,
 non già merito mio.
 FABRIZIO
 Anzi i meriti vostri a noi son noti
 e creato v'abbiam con tutti i voti.
 LINDORA
 Anch'io l'Arcadia lodo
500e d'esservi soggetta esulto e godo.
 CONTE
 Ah che più goderei
 il bramato piacer de' labbri miei.
 FORESTO
 A voi, principe degno,
 del suo rispetto in segno
505manda l'Arcadia vostra
 questo serto di fiori.
 LINDORA
 Ahi mi fate morir con questi odori.
 FABRIZIO
 Via, madama Lindora
 non li può sopportar.
 CONTE
                                         Deh riponete
510questo serto fatale.
 LINDORA
 Mi sento venir male.
 FABRIZIO
 Presto, presto, tabacco.
 LINDORA
                                            Sì, tabacco.
 FABRIZIO
 Prenda.
 LINDORA
                  È troppo granito.
 CONTE
 Questo è fino assai più.
 LINDORA
515Non mi piace, signor, va troppo in su.
 FORESTO
 (Ora l'aggiusto io.
 Con questa stranutiglia
 mi voglio divertir con chi ne piglia).
 Prenda, prenda di questo,
520è foglia schietta, schietta e leggerissima.
 LINDORA
 Questo, questo mi piace; obbligatissima. (Prende tabacco)
 FORESTO
 Comanda? (Al conte)
 CONTE
                        Mi fa grazia. (Prende tabacco)
 FORESTO
 E voi? (A Fabrizio)
 FABRIZIO
                Mi fate onore. (Lo prende anche lui)
 FORESTO
 (Voglio rider di core,
525la stranutiglia vera
 li farà stranutar fino alla sera). (Parte)
 FABRIZIO
 
    Vada, vada.
 
 CONTE
 
                            Vada lei. (A Lindora)
 
 LINDORA
 
 Anzi lei. Vada. Eccì. (Stranuta)
 
 FABRIZIO, CONTE
 
 Viva, viva.
 
 LINDORA
 
                       Grazie. Eccì.
530Ahi! Eccì. Ahi! Eccì.
 
 FABRIZIO
 
 Poverina!
 
 CONTE
 
                     Presto. Eccì.
 
 FABRIZIO
 
 Che bel garbo! Son qua io.
 Forti. Eccì.
 
 CONTE
 
                       Alto. Eccì.
 
 LINDORA
 
 Aiutatemi. Eccì.
 
 CONTE, FABRIZIO
 
535   Che tabacco, eccì, eccì.
 Maledetto, eccì, eccì.
 Che tormento che mi sento,
 più non posso, eccì, eccì.
 
 CONTE
 
    Via, madama, non è niente.
 
 FABRIZIO
 
540Che tabacco impertinente!
 
 LINDORA
 
 Acqua fresca per pietà.
 
 A TRE
 
    Dunque andiamo in compagnia
 a goder con allegria
 dell'Arcadia il primo dì.
 
545   Vada, vada, eccì, eccì,
 maledetto tabaccaccio!
 
 CONTE
 
 Oh che impaccio! Eccì, eccì.
 
 FABRIZIO
 
 Favorisca.
 
 LINDORA
 
                      Signorsì.
 
 A TRE
 
 Faccia grazia, eccì, eccì.
 
 Fine dell’atto primo