L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Ghislandi, 1758 (Novara)

 SCENA VII
 
 FABRIZIO e LINDORA
 
 FABRIZIO
 Tutto va ben. Lo so che mi rovino.
 Ma non importa. Almen anch'io godessi
845da coteste mie ninfe traditore
 un qualche segno di pietoso amore.
 LINDORA
 Signor Fabrizio.
 FABRIZIO
                                 (Questa, a dir il vero,
 mi par troppo suffistica).
 LINDORA
                                                 Non sente?
 Signor Fabrizio.
 FABRIZIO
                                 Io non ricuserei
850di fare un poco il cicisbeo con lei.
 LINDORA
 Signor Fa... bri... zio.
 FABRIZIO
                                         O cielo, mi perdoni,
 non l'avevo sentito.
 LINDORA
 Ho gridato sì forte che la gola
 mi si è tutta infiammata.
855Quasi in petto una vena m'è crepata.
 FABRIZIO
 Cancaro. Se ne guardi!
 LINDORA
 Sederei volontieri
 ma questa sedia è dura indiavolata,
 sul morbido seder son avvezzata.
 FABRIZIO
860Ehi dico, ehi recca tosto
 una sedia miglior.
 LINDORA
                                    Molto obligata.
 FABRIZIO
 Sieda qui, starà meglio.
 LINDORA
                                              Oibò, è sì dura
 cotesta imbuttidura
 ch'io non posso sperar di starvi bene.
 FABRIZIO
865Rimediarvi convien.
 Porta la mia poltrona.
 LINDORA
 Compatisca, o signor.
 FABRIZIO
 Eccola, è padrona.
 Se ne servi.
 LINDORA
                         O peggio, peggio.
870No no, non me ne curo,
 il guancial di vachetta è troppo duro.
 FABRIZIO
 Eh corpo d'un giudio.
 Ora la servo io.
 LINDORA
                               Portate via
 la sedia ed il guanciale,
875che l'odor di vachetta mi fa male.
 FABRIZIO
 Eccole un mattarazzo,
 di più non posso far.
 LINDORA
                                        Quest'è un strapazzo,
 lo conosco, lo so, ah non credevo
 dover soffrir cotanto.
880Io creppo dalle risa e fingo il pianto.
 
    Voglio andar... Non vo' più star,
 più beffata esser non vo';
 signorsì, me n'anderò.
 Sono tanto tenerina
885che ogni cosa mi scompone,
 voi siete la cagione
 che mi fate lacrimar.