L’Arcadia in Brenta, libretto, Presburgo, Landerer, 1759

 SCENA II
 
 Viene un servo che parla a FABRIZIO. Fabrizio, poi il conte BELLEZZA
 
 FABRIZIO
 Come? Il conte Bellezza
 mi viene a visitar, non so che dire.
 Farlo indietro tornar non è creanza.
55Resti pure servito,
 poh che gran signorone,
 costui porre mi vole in soggezzione.
 CONTE
 Permetta, anzi conceda
 che prostrato mi veda
60al prototipo ver de' generosi
 l'infimo de' suoi servi rispettosi.
 FABRIZIO
 Anzi de' miei padroni.
 CONTE
 Ah mio signor perdoni
 se tracotante, ardito,
65prevenendo l'invito,
 per far la mente mia sazia e contenta
 son venuto a goder l'Arcadia in Brenta.
 FABRIZIO
 Padrone, mi fa grazia.
 CONTE
 Obbligato, signor Fabrizzio caro,
70a goder delle ninfe io mi preparo.
 
    Fidi amanti fortunati,
 voi che avete lieto il core
 dir potete se in amore
 v'è maggior felicità.
 
75   Egli rende alfin beati
 doppo tanti suoi martiri
 e de' pianti e de' sospiri
 sente amor alfin pietà.