L’Arcadia in Brenta, libretto, Monaco di Baviera, Thuille, 1760

 SCENA II
 
 Camera.
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
 Non vuo' sentire.
 FORESTO
                                  Eh via, signor Fabrizio,
 siete un uom di giudizio,
505siete un uomo civile,
 non fate che vi domini la bile.
 FABRIZIO
 Che bile? Che m'andate
 bilando e strabilando?
 Ve ne dovete andar qualor vi mando.
 
510   Corpo del diavolo,
 parmi un po' troppo.
 Che! Sono un cavolo?
 Son gentiluomo
 del mio paese,
515io fo le spese,
 io son padrone.
 Che impertinenza!
 Che prepotenza!
 Come? Che dite?
520Eh padron mio,
 basta così!
 
 FORESTO
 Finalmente fu scherzo.
 FABRIZIO
 Sì, fu scherzo ma intanto
 l'orologgio, la scattola e l'anello
525non si vedono più.
 FORESTO
                                     Siete in errore;
 eccovi l'orologgio,
 la scattola, l'anello.
 Ciò, ch'è il vostro, ognun di noi vi rende
 né di usurpar il vostro alcun pretende. (Gli rende tutto)
 FABRIZIO
530Eh non dico, non dico ma vedermi
 strapazzato e deriso.
 FORESTO
 Lo fan sul vostro viso
 per prendersi piacer ma di dietro poi
 le vostre spalle ognun vi reca lode
535e del vostro buon cuor favella e gode.
 FABRIZIO
 Son bon amico e faccio quel che posso.
 FORESTO
 A proposito, amico,
 che facciam questa sera?
 La carozza è venduta,
540sono andati i cavalli
 e da cena non v'è.
 FABRIZIO
                                   Come? In un giorno
 tanti ducatoni sono andati?
 FORESTO
 I debiti maggior si son pagati.
 FABRIZIO
 Io non so che mi far.
 FORESTO
                                        Siete in impegno,
545sottrarvi non potete.
 FABRIZIO
 Consigliatemi voi, se lo sapete.
 FORESTO
 L'orologgio e l'anello
 si potrian impegnar.
 FABRIZIO
                                         Sì, dite bene.
 FORESTO
 Ma non so se denaro
550si troverà abbastanza.
 FABRIZIO
                                           Ecco, prendete
 questa scattola ancora.
 Altro più non mi resta,
 Foresto caro, a terminar la festa.
 FORESTO
 Siete un grand'uom; peccato
555non abbiate il tesor maggior del mondo
 (che presto noi gli vederemmo il fondo).
 Vado a trovar il denaro
 e tosto a voi ritorno.
 Un certo non so che si va ideando.
560Qualor torno saprete il come e il quando. (Parte)