L’Arcadia in Brenta, libretto, Genova, Tarigo, 1764

 SCENA III
 
 Il CONTE e detti
 
 IL CONTE
 Nostro eroe, nostro nume, (A Fabrizio)
 giacché nel principato
 anco per questo dì fui confermato,
1115impongo che si faccia
 una solenne strepitosa caccia.
 I cacciator son lesti,
 sono i cani ammaniti, altro non manca
 che il generoso core
1120d'ospite così degno
 suplisca dal suo canto al grande impegno.
 FABRIZIO
 Come sarebbe a dir?
 IL CONTE
                                         Poco e polito,
 un sferico pasticcio,
 due volatili alessi,
1125un quadrupede arrosto,
 torta, latte, insalata e pochi frutti.
 E poi il di lei bel cor contenta tutti.
 FABRIZIO
 Ah non vuol altro? Sì, sarà servito,
 stamane il desinar sarà compito.