L’Arcadia in Brenta, libretto, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 BELLEZZA
 
                              Va bene assai.
 
 LINDORA, LAURETTA
 
 Che ne dici?
 
 FABRIZIO
 
                          E come mai.
 
 A QUATTRO
 
 Oh che gusto, o che contento,
 io mi sento dal diletto
590fuor del petto il cor balzar.
 
 BELLEZZA
 
    Diana, Diana, vieni qui.
 
 LINDORA
 
 Corro, corro, signorsì.
 
 LAURETTA
 
 Pulcinella, vieni a me.
 
 FABRIZIO
 
 Menarella, eccomi a te.
 
 BELLEZZA
 
595   Dammi, dammi la manina.
 
 LINDORA
 
 Sì, mio ben.
 
 BELLEZZA
 
                          Com’è carina.
 
 BELLEZZA, LINDORA
 
 Io sposar proprio ti vuo’.
 
 FABRIZIO
 
    Che facite?
 
 LINDORA
 
                           Lascia fare.
 
 FABRIZIO
 
 Ah sposare? Signor no.
 
 LINDORA
 
600   Che v’importa?
 
 BELLEZZA
 
                                   Che vi preme?
 
 BELLEZZA, LINDORA
 
 E voi pur farete insieme
 quel che fanno Cintio e Diana.
 
 FABRIZIO
 
 Com’è chesto, sì facite,
 ma pur sì sposar io vo’.
 
 LAURETTA
 
605Signor no.
 
 FABRIZIO
 
                      E come no?
 
 LAURETTA
 
 Confidenza io dar non vo’.
 
 FABRIZIO
 
    Se tu neghi, manco loro.
 
 BELLEZZA, LINDORA, LAURETTA
 
 Ti vuoi porre tu con noi,
 un buffone, un Pulcinella.
 
 FABRIZIO
 
610Ma songh’io patre de quella.
 
 BELLEZZA, LINDORA, LAURETTA
 
 Per finzion è stato questo.
 
 A QUATTRO
 
 Ma da vero è tutto il resto
 e così dovea finir.
 
 BELLEZZA
 
    Vi ha che dir?
 
 LINDORA
 
                                Eh li dispiace?
 
 LAURETTA
 
615Si dia pace.
 
 FABRIZIO
 
                         Oh questa è bella.
 
 A QUATTRO
 
 Il burlato è Pulcinella,
 questa è cosa che si sa.
 
 BELLEZZA, LINDORA, LAURETTA
 
    O che gusto, o che piacere.
 
 FABRIZIO
 
 O che rabbia, o che spiacere.
 
 A QUATTRO
 
620Quest’è bona, quest’è bella,
 il burlato è Pulcinella,
 quest’è cosa che si sa.
 
 Fine della seconda parte
 
 
 
 ARCADIA IN BRENTA
 
 
    Opera bernesca in musica da rappresentarsi nel teatro del Sisgrom nella primavera dell’anno 1759 nella città di Presburgo, dedicata all’illustrissimi ed eccellentissimi cavalieri della città di Presburgo.
    Presburgo, nella stamperia di Giovanni Michele Landerer.
 
 
 PERSONAGGI
 
 FABRICCIO
 (il signor Giuseppe Buffeli)
 LAURETA
 (la signora Mariana Paduli)
 ROSANA
 (la signora Angela Caputo)
 CONTE BELLEZZA
 (la signora Barbara Mansuetin)
 FORESTO
 (il signor Domenico Gratinara)
 
    La musica è del celebre maestro signor Baldassare Galuppi detto Baranello. La poesia è del signor dottore Goldoni, pastor arcade.
 
 
 
 Illustrissima ed eccellentissima nobilità,
    questa mia ultima opera che a mia gloria ho l’onore, o illustrissima ed eccellentissima nobilità, di produrre sopra di questo teatro per compimento del mio impegno con voi contratto è a voi dedicata in tributo delle infinite mie obligazioni che devovi per la gentilissima vostra sofferenza e compatimento avuto, altresì per il generoso vostro aggradiamento dimostrato sì per la mia compagnia che per il da me prodotto.
    Connosco molto bene essere il vostro merito molto più grande di quanto v’offersi ma connosco ancora il vostro bel core che saprà compatirmi in una tale occasione.
    Se in avenire averò la sorte di dovvervi servire, o illustrissima ed eccellentissima nobilità, vi farò certamente connoscere la stima ed il rispetto maggiore che più a voi si deve.
    Fra tanto vi supplico di continuarmi la vostra grazia e prottezione ancor in quest’ultima opera non per il merito dell’offerta ma per solo merito vostro ed io implorando il benignissimo vostro compatimento con il più profondo de’ miei rispetti mi glorio d’essere di voi illustrissima ed eccellentissima nobilità umilissimo, devotissimo, observantissimo servitore per sempre.
 
    Angielo Mingotti, l’impressario
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 FABRIZIO sopra una sedia dormendo, FORESTO che lo sveglia
 
 FORESTO
 Oh questa sì ch’è bella,
 il padrone di casa
 a tutti i forestieri dà ricetto
 e li conviene dormir fori del letto.
5Con questa bell’Arcadia
 ei si va rovinando ed io, che sono
 da questo sciocco ecconomo creato,
 or che manca il denar sono imbrogliato.
 Signor Fabrizio, signor Fabrizio,
10ehi signor Fabrizio.
 FABRICCIO
                                       Che...
 FORESTO
                                                    Svegliatevi
 ch’è tardi.
 FABRICCIO
                      Sì.
 FORESTO
                              Su via, che s’alza il sole.
 V’ho da dir due parole.
 FABRICCIO
 Parlate.
 FORESTO
                  Se voi non m’ascoltate,
 non vo’ parlar da stolto.
 FABRICCIO
15Tengo gl’occhi serrati ma v’ascolto.
 FORESTO
 Sappiate che non v’è più denaro.
 FABRICCIO
                                                              Ben.
 FORESTO
 Quei cavalli, che mangian tanto fieno,
 si potriano esitar.
 FABRICCIO
                                   Sì.
 FORESTO
 Eh che non son sì pazzo
20di volervi servir da mattarazzo.
 FABRICCIO
 Se... gui... ta... te...
 FORESTO
                                    La carrozza...
 FABRICCIO
 La ca... rro... zza...
 FORESTO
                                   Oh la carrozza o il carro,