L’Arcadia in Brenta, libretto, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

 Via, ch’ho burlato,
140non dirò più.
 
    L’Arcadia nostra
 tutto permette,
 due parolette
 non fanno male,
145che un animale
 di voi più docile
 già mai non fu.
 
 SCENA IV
 
 FABRIZIO e ROSANA
 
 FABRICCIO
 Che dite voi, Rosana,
 del parlar di Lauretta.
 ROSANA
150Dico, se fossi in lei
 così non parlerei.
 FABRICCIO
 Dunque voi pur mi amate.
 E state così zitta.
 ROSANA
 V’amo ma non vogl’io tradir l’amica.
 FABRICCIO
155Oh caro il mio tesoro,
 già spasimo, già moro.
 ROSANA
 Ollà signor Fabrizzio,
 più rispetto vi dico e più giudizio.
 
    Zerbinotti d’oggidì
160siete matti in verità
 se credete ch’un bel viso
 con un vezo ed un soriso
 possa farci innamorar.
 
 FABRIZIO solo
 
 FABRICCIO
 Rosana mi vol ben e mi discaccia,
165Laura mi porta affetto e mi strapazza,
 io non so di che razza
 siano cotesti amori.
 Se le ninfe e i pastori
 s’inamoran così son tutti matti,
170questo sembra un amor fra cani e gatti. (Parte)
 
 SCENA V
 
 LAURETTA, poi FABRIZZIO, FORESTO e ROSANA
 
 LAURETA
 Ollà, v’è da sedere, v’è nesuno?
 FORESTO
 Madama, vi son io.
 LAURETA
 Perdoni, non l’avevo
 veduto.
 FABRICCIO
                 Che avete?
 LAURETA
175Ho tanto caminato
 che mi sento mancar il fiato.
 FABRICCIO
 S’accomodi.
 LAURETA
                         Obbligata vi sono,
 ohimè respiro un pocco,
 son tutta rafredata.
 ROSANA
180Comanda del tabacco?
 LAURETA
 Tabacco, sì, tabacco.
 ROSANA
 È vaniglia perfetta del Perù.
 LAURETA
 Non mi piace, signor, va troppo in su.
 FORESTO
 Questo le piacerà.
 LAURETA
                                    È troppo granito,
185se lo prendo potria maccarmi un dito.
 ROSANA
 Oh che smorfia è costei,
 vuo’ divertirmi un pocco.
 Prenda, prenda di questo,