L’Arcadia in Brenta, libretto, Bonn, Stamparia delle Loterie, 1771

220perdere il tempo suo co’ pari miei.
 LINDORA
 Voi siete un bel spirto,
 voi siete della Brenta il primo onore.
 D’Arcadia il gran pastore
 siete, signor Fabrizio,
225senza diffetto alcun.
 FABRIZIO
                                       Senza giudizio.
 LINDORA
 Eh, che dite?
 FABRIZIO
                           Conosco il merto mio.
 LINDORA
 Quando lo dite voi lo dico anch’io.
 FABRIZIO
 Dunque?
 LINDORA
                     Dunque men vado
 a ritrovar le belle
230di questa vostra Arcadia pastorelle.
 
    Riverente, a lei m’inchino.
 Ehi, braccieri; qua la mano,
 venga presto... Andate piano,
 venga poi... Non mi stroppiate,
235correr troppo voi mi fate.
 Mi vien mal, non posso più.
 
    Via, bel bello, andiamo avanti,
 le son serva, addio, monsù. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 FABRIZIO, poi il servo
 
 FABRIZIO
 Oh questa sì ch’è bella,
240vuol per forza restare e mi strapazza;
 quest’è di quella razza
 di gente che vuol dire e che vuol fare
 e dove mette il piè vuol commandare;
 ma cresce la brigata