Artaserse, libretto, Venezia, Buonarigo, 1730

 Come sarebbe a dir?
 IL CONTE
                                         Poco e polito,
 un sferico pasticcio,
 due volatili alessi,
1125un quadrupede arrosto,
 torta, latte, insalata e pochi frutti.
 E poi il di lei bel cor contenta tutti.
 FABRIZIO
 Ah non vuol altro? Sì, sarà servito,
 stamane il desinar sarà compito.
 
 SCENA IV
 
 FORESTO e detti
 
 FORESTO
1130Signor Fabrizio.
 FABRIZIO
                                 Ebben, che c’è di nuovo?
 FORESTO
 È un’ora che vi cerco e non vi trovo.
 Dove diavolo è
 il rosoglio, il caffè?
 Giacinto ne vorria, Rosanna il chiede
1135e un cane che lo porti non si vede.
 FABRIZIO
 Oh canchero, mi spiace! Presto presto.
 Pancrazio, dove sei? (Viene il servo)
 Apri l’orecchio bene.
 Servi questi signor come conviene.
 
1140   Adesso signori
 servir vi farò.
 Tu adopra il giudizio (Al servo)
 non dir che non ho.
 
    Se a borbottar più veggoti,
1145se più mi fai il pettegolo,
 se me ne posso accorgere,
 cospettonon del diavolo,
 ti giuro, nemmen l’aria
 ti lascio più veder. (Parte col servo)
 
 SCENA V
 
 Il CONTE, madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 CONTE
1150Generoso è Fabrizio.
 LINDORA
                                         È di buon cuore.
 LAURA
 Per le ninfe d’Arcadia è un buon pastore.
 FORESTO
 Signori miei, disingannar vi voglio;
 il povero Fabrizio è disperato.
 Egli si è rovinato;
1155ordina di gran cose ma stamane
 non ha due soldi da comprarsi un pane.
 LAURA
 Ma la mia cioccolata?
 FORESTO
 Per stamattina è andata.
 CONTE
 La caccia e il desinar?
 FORESTO
                                           Convien sospendere
1160finché si trovin quei che voglion spendere.
 LINDORA
 Ma il cappon vi sarà?
 FORESTO
                                          No certamente.
 LINDORA
 Come viver potrò senza ristoro?
 Aimè, che languidezza! Io manco, io moro.
 CONTE
 Ah madama, madama,
1165eccovi samperelie,
 spirito di melissa,
 acqua della regina,
 estratto di cannella soprafina.
 LINDORA
 V’è alcuna spezieria?
 FORESTO
                                         Sì, mia signora.
 LINDORA
1170Deh fatemi piacer, contino mio,
 andatemi a pigliare,
 giacché non ho ristoro,
 della polvere d’oro,
 un cordial di perle,
1175un elixir gemmato
 con qualche solutivo delicato.
 CONTE
 Per servirvi, madama, in un istante,
 pongo lo sprone al cor, l’ali alle piante. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Madama LINDORA, LAURETTA e FORESTO
 
 LAURA
 Eh, madamina mia,
1180so io che vi vorria
 perché ogni vostro mal fosse guarito.
 LINDORA
 E che mai vi vorrebbe?
 LAURA
                                             Un bel marito.
 
    Le fanciulle giovinette
 son soggette a certi mali;
1185ma non hanno gli speziali
 la ricetta che vi vuol. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Madama LINDORA e FORESTO
 
 FORESTO
 Che ne dite, madama, la ricetta
 piacevi di Lauretta?
 LINDORA
                                        Io non ascolto
 né di lei né di voi le debolezze;
1190le passioni d’amor son leggerezze.
 FORESTO
 Modestia è gran virtù. Ma finalmente
 la passione del cor convien che sbocchi,
 che se il labbro non parla, parlan gli occhi.
 Voi adorate il conte.
 LINDORA
1195State zitto, ch’ei viene.
 FORESTO
 Parto, perché sturbarvi non conviene. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Madama LINDORA, poscia il CONTE con uno speziale con vari medicamenti