Artaserse, libretto, Venezia, Buonarigo, 1730

 FABRIZIO
                                     Veh, cosa sento?
 Ella non può sentir alzar la voce?
 LINDORA
305Lo stranuto e la tosse ancor mi nuoce.
 FABRIZIO
 Ma gran delicatezza.
 Credo provvenga dalla gran bellezza.
 LINDORA
 Non dico; ma può darsi.
 FABRIZIO
 Certo, signora sì.
 LINDORA
310Quando lo dice lei, sarà così.
 Anderò, se si contenta,
 le amiche a ritrovar.
 FABRIZIO
                                        Ma non vorrei
 che troppo affaticasse;
 prima che sia arrivata
315per lei ci vuole almeno una giornata.
 LINDORA
 Anderò così bel bello,
 se si contenta lei, signor Fabrizio.
 FABRIZIO
 Ah, vada, vada (che mi fa servizio).
 LINDORA
 
    Riverente, a lei m’inchino.
320Ehi, braccieri; qua la mano.
 Venga presto... Andate piano.
 Venga poi... Non mi stroppiate.
 Correr troppo voi mi fate;
 mi ven mal, non posso più.
 
325   Via bel bello, andiamo avanti,
 le son serva, addio, monsù. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 FABRIZIO, poi il servo
 
 FABRIZIO
 Sia ringraziato il ciel che se n’è andata
 ma cresce la brigata
 e il denar va mancando e la carrozza
330sarà venduta ed i cavalli ancora.
 Pazienza, almen ho il gusto
 di veder due ragazze innamorate
 che per me tutte due son spasimate.
 Oh diavolo! Che dici? (Al servo)
335Viene il conte Bellezza? Venga, venga.
 Giacché alla cassa s’ha a veder il fondo,
 venga pur tutto il mondo.
 
 SCENA IX
 
 Arriva un burchiello, da cui sbarca il conte BELLEZZA
 
 FABRIZIO
 Poh che gran signorone!
 Costui porre mi vuole in soggezione.
 CONTE
340Permetta, anzi conceda
 che prostrato si veda
 al prototipo ver de’ generosi
 l’infimo de’ suoi servi rispettosi.
 FABRIZIO
 Servitor obbligato.
 CONTE
345La fama ha pubblicato
 i pregi vostri con eroica tromba;
 l’eco intorno rimbomba
 il nome alto sovrano
 di Fabrizio Fabron da Fabriano.
 FABRIZIO
350Servitore di lei.
 CONTE
 Ed io pur bramerei,
 anzi sospirerei,
 benché il merito mio sia circonscritto,
 nel ruolo de’ suoi servi esser descritto.
 FABRIZIO
355Anzi de’ miei padroni.
 CONTE
 Ah mio signor, perdoni