Artaserse, libretto, Venezia, Bettinelli, 1733

 qui giugne a goder.
 
 SCENA V
 
 GIACINTO solo
 
 GIACINTO
 Purtroppo è ver che s’introduce il foco
805d’amor ne’ nostri petti a poco a poco.
 Queste villeggiature,
 in cui sì francamente
 tratta e conversa ognun di vario sesso,
 queste cagionan spesso
810nella stagion de’ temperati ardori
 impegni, servitù, dolcezza, amori.
 
    Nasce ai bei fiori in seno
 sovente un dolce amore;
 spero che questo core
815un dì qui pur godrà. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 FABRIZIO e FORESTO
 
 FABRIZIO
 Non vo’ sentire.
 FORESTO
                                Eh via, signor Fabrizio,
 siete un uom di giudizio,
 siete un uomo civile,
 non fate che vi domini la bile.
 FABRIZIO
820Che bile? Che m’andate
 bilando e strabilando?
 Ve ne dovete andar qualor vi mando.
 FORESTO
 Finalmente fu scherzo.
 FABRIZIO
 Sì fu scherzo ma intanto
825l’orologio, la scatola e l’anello
 non si vedono più.
 FORESTO
                                     Siete in errore;
 eccovi l’orologio,
 la scatola e l’anello.
 Ciò ch’ha di vostro ognun di noi vi rende
830né d’usurpar il vostro alcun pretende. (Gli dà l’orologio, la scatola e l’anello)
 FABRIZIO
 Eh non dico, non dico ma vedermi
 strappazzato e deriso...
 FORESTO
 Lo fan sul vostro viso
 per prendersi piacer; ma dietro poi
835le vostre spalle ognun vi reca lode
 e del vostro buon cor favella e gode.
 FABRIZIO
 Son buon amico e faccio quel ch’io posso.
 FORESTO
 A proposito, amico,
 che facciam questa sera?
840La carrozza è venduta,
 sono andati i cavalli
 e da cena non v’è.
 FABRIZIO
                                   Come? In un giorno
 tanti bei ducatoni sono andati?
 FORESTO
 I debiti maggior si son pagati.
 FABRIZIO
845Io non so che mi far.
 FORESTO