Achille in Sciro, libretto, Roma, Corradi, 1771

 SCENA XIV
 
 ACHILLE, DEIDAMIA e TEAGENE.
 
 ACHILLE
 (Ah se altre spoglie avessi!). (Da sé)
 TEAGENE
                                                       Or che siam soli,
320principessa gentil, soffri ch'io spieghi
 l'ardor di questo sen; soffri ch'io dica...
 DEIDAMIA
 Non parlarmi d'amor; ne son nemica.
 
    Del sen gli ardori
 nessun mi vanti;
325non soffro amori,
 non voglio amanti;
 troppo m'è cara
 la libertà.
 
    Se fosse ognuno
330così sincero,
 meno importuno
 parrebbe il vero,
 saria più rara
 la infedeltà. (Parte con Achille, il quale si ferma nell’entrare)
 
 TEAGENE
335Giusti numi! E in tal guisa
 Deidamia mi accoglie! In che son reo?
 Che fu! Sieguasi.
 
 ACHILLE
                                  Ferma. Ove t'affretti? (Arrestandolo)
 TEAGENE
 A Deidamia appresso;
 raggiungerla desio.
 ACHILLE
                                      Non è permesso. (Risoluto)
 TEAGENE
340Chi può vietarlo?
 ACHILLE
                                   Io.
 TEAGENE
                                           Tu?
 ACHILLE
                                                     Sì. Né giammai,
 sappilo, io parlo invano. (Parte lentamente)
 TEAGENE
 (Delle ninfe di Sciro il genio è strano.
 E pur quella fierezza
 ha un non so che, che piace). Odi. Ma dimmi
345almen perché.
 ACHILLE
                             Dissi abbastanza.
 TEAGENE
                                                               E credi
 che di te sola io tema?
 Credi bastar tu sola?
 ACHILLE
                                         Io basto; e trema. (Con aria feroce)
 TEAGENE
 (Quell'ardir m'innamora). (Nell’atto che Achille vuole partire, incontra Deidamia che sdegnata gli dice)
 DEIDAMIA
 (Ah mancator, non sei contento ancora).
 ACHILLE
350(Misero! È ver, trascorsi!) (Achille confuso si ritira da una parte della scena pensieroso senza badare a Teagene)
 TEAGENE
                                                   Ascolta; io voglio,
 bella ninfa, ubbidirti; e per mercede
 bramo sol de' tuoi sdegni
 la origine saper. Di'... ma... sospiri?
 Ah forse m'ama e ch'io
355siegua un'altra non soffre! E così presto
 è amante ed è gelosa? Una donzella
 parlar così, così mostrarsi audace!
 Intenderla non so; so che mi piace.
 
    Chi mai vide altrove ancora
360così amabile fierezza
 che minaccia ed innamora,
 che diletta e fa tremar.
 
    Cinga il brando ed abbia questa
 l'asta in pugno e l'elmo in testa,
365e con Pallade in bellezza
 già potrebbe contrastar. (Parte)