Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 e quanto doverò spender ancora. (Tira fuori un foglio ed una penna da lapis)
 
 Aria
 
    Quattrocento bei ducati...
95poverini sono andati.
 Sessantotto bei zecchini...
 sono andati poverini.
 Trenta doppie... oh che animale!
 Cento scudi... oh che bestiale!
100Quanto fanno? Io non lo so!
 
    I zecchini sessantotto
 coi ducati quattrocento
 fanno... fanno... Oh che tormento.
 Basta, il conto è bello e fatto,
105perché un soldo più non ho. (Parte)
 
 SCENA III
 
 Orto che termina al fiume Brenta, ROSANNA, FORESTO, sopra FABRIZIO
 
 A QUATTRO
 
    Che amabile contento
 fra questi ameni fiori
 godere il bel concento
 degli augelin canori!
110Che bell’udir quest’aure,
 quell’onde a mormorar!
 
 FABRIZIO
 
    Che bella compagnia!
 Fa proprio innamorar.
 
 A QUATTRO
 
    Che bell’udir quest’aure,
115quell’onde susurrar!
 
 GIACINTO
 Bellissima Rosanna,
 nell’Arcadia novella
 bramo che siate voi mia pastorella.
 ROSANNA
 Anzi mi fate onore
120e vi accetto, signor, per mio pastore.
 FORESTO
 E voi, Lauretta cara,
 seguendo dell’Arcadia il paragone,
 la pecora sarete...
 LAURETTA
                                   E voi il caprone.
 FABRIZIO
 Bravi, bravi. Voi quatro in buona pace
125state qui allegramente
 ed il pover Fabrizio niente, niente.
 GIACINTO
 Via sedete, o signore.
 FABRIZIO
                                          Io sederei
 qui volontieri un poco,
 s’uno di lor signor mi desse loco.
 FORESTO
130Intesi a dir fra l’altre cose vere
 che non manca mai sedia a chi ha il sedere.
 FABRIZIO
 (Cappari? Il caso è brutto.
 Io niente e loro tutto? Aspetta aspetta).
 Amico, una parola. (A Foresto)
 FORESTO
                                      E che volete?
 FABRIZIO
135Parlar di quel negozio.
 FORESTO
 Di che?
 FABRIZIO
                  Non m’intendete? Un capo stordo!
 FORESTO
 Dell’arsan.
 FABRIZIO
                              Io!
 FORESTO
                                      Lauretta, adesso torno.
 Eccomi, ov’è il denaro? (S’alza)
 FABRIZIO
 Aspettate un momento.
140Passeggiate un tantino ed io mi sento.
 Ah, ah, te l’ho ficcata. (Siede nel loco del Foresto)
 Oh questa sì ch’è bella!
 Io non voglio star senza pastorella!
 FORESTO
 Pazienza, me l’ha fatta
145ma mi vendicherò.
 LAURETTA
                                      (Vuo’ divertirmi).
 Bella creanza al certo!
 Dove apprendeste mai
 cotanta inciviltà?
 FABRIZIO
                                  Ma finalmente...
 LAURETTA
 Finalmente, vi dico,
150non si tratta così.
 FABRIZIO
                                  Son io...
 LAURETTA
                                                   Voi siete
 un bell’ignorantaccio.
 Dirò meglio; voi siete un villanaccio.
 FABRIZIO
 Al padrone di casa!
 LAURETTA
                                      Che padrone?
 Questa casa, ch’è qui, non è più vostra.
155Questa è l’Arcadia nostra;
 noi siamo pastorelle e voi pastore;
 e non serve che fatte il bell’umore.
 FABRIZIO
 Dice ben.
 FORESTO
                     Lo capite!
 LAURETTA
 Non occorre che dite:
160«Voglio, non voglio».
 FABRIZIO
                                         Oibò.
 FORESTO
                                                      Vogliamo fare
 tutto quel che ci pare.
 FABRIZIO
 Signorsì.
 LAURETTA
                    E non è poca
 la nostra cortesia
 che non v’abbiam finor cacciato via.
 FABRIZIO
165Padroni.