Artaserse, libretto, Roma, Amidei, 1749

 E poi basta? Signor no.
 Che vi vuol, io nol so.
 Ma nol sa né men chi critica,
975bench’ognun vuol criticar.
 
    Parla alcuno per invidia,
 alcun altro per non spendere,
 mentre il più di tutti gl’uomini
 col capriccio che lo domina
980suol pensar e giudicar.
 
 SCENA X
 
 Il CONTE col nome di Cintio e FABRIZIO da Pulcinella; LAURETTA da Colombina, LINDORA col nome di Diana e infine FORESTO da Pantalone
 
 CONTE
 Sieguimi, Pulcinella.
 FABRIZIO
                                         Eccome cà.
 CONTE
 Siccome un’atra nube
 s’oppone al sole e l’ampia terra oscura,
 così da quelle mura
985coperto il mio bel sol, cui l’altro cede,
 l’occhio mio più non vede, ond’è che afflitto
 i nuovi raggi del mio sole attendo.
 FABRIZIO
 Tu me parli tidisca, io non t’intendo.
 CONTE
 Fedelissimo servo,
990batti tu a quella porta.
 FABRIZIO
 A quale porta?
 CONTE
                              A quella.
 FABRIZIO
                                                 Io non la vedo.
 CONTE