Artaserse, libretto, Mannheim, Pierron, 1751

 SCENA II
 
 ARTABANO, poi ARBACE con alcune guardie
 
 ARTABANO
 Son quasi in porto. Arbace
 avvicinati. E voi (Alle guardie)
565nelle prossime stanze
 pronti attendete ad ogni cenno. (Partono)
 ARBACE
                                                            Il padre
 solo con me!
 ARTABANO
                          Pur mi riesce, o figlio,
 di salvar la tua vita. Io chiesi ad arte
 all'incauto Artaserse
570la libertà di favellarti. Andiamo.
 Per una via che ignota
 sempre gli fu; scorgendo i passi tui
 deluder posso i suoi custodi e lui.
 ARBACE
 Mi proponi una fuga
575che saria prova al mio delitto.
 ARTABANO
                                                        Eh vieni
 folle che sei; la libertà ti rendo,
 t'involo al regio sdegno;
 agli applausi ti guido e forse al regno.
 ARBACE
 Che dici! Al regno?
 ARTABANO
                                      È da gran tempo, il sai,
580a tutti in odio il regio sangue. Andiam,
 alle commosse squadre
 basta mostrarti. Ho già la fede in pegno
 de' primi duci.
 ARBACE
                               Io divenir ribelle!
 Solo in pensarlo inorridisco! Ah padre
585lasciami l'innocenza.
 ARTABANO
                                         È già perduta
 nella credenza altrui. Sei prigioniero
 e comparisci reo.
 ARBACE
                                  Ma non è vero.
 ARTABANO
 E dovrò per salvarti
 contender teco? Altra ragion per ora
590non ricercar che il cenno mio. T'affretta.
 ARBACE
 No, perdona; sia questo
 il tuo cenno primiero
 trasgredito da me.
 ARTABANO
                                     Vinca la forza
 le resistenze tue. Sieguimi. (Va per prenderlo)
 ARBACE
                                                     In pace (Si scosta)
595lasciami o padre. A troppo gran cimento
 riduci il mio rispetto. Ah! se mi sforzi
 farò...
 ARTABANO
              Minacci ingrato!
 Parla. Di', che farai?
 ARBACE
                                        Nol so; ma tutto
 farò per non seguirti.
 ARTABANO
                                          E ben vediamo
600chi di noi vincerà. Sieguimi, andiamo. (Lo prende per la mano)
 ARBACE
 Custodi, olà?
 ARTABANO
                           T'accheta.
 ARBACE
                                                Olà custodi?
 Rendetemi i miei lacci. Al carcer mio
 guidatemi di nuovo. (Artabano lascia Arbace vedendo li custodi)
 
 ARTABANO
                                         (Ardo di sdegno).
 ARBACE
 Padre, un addio.
 ARTABANO
                                 Va', non t'ascolto, indegno.
 ARBACE
 
605   Mi scacci sdegnato!
 Mi sgridi severo!
 Pietoso, placato
 vederti non spero,
 se in questi momenti
610non senti pietà.
 
    Che ingiusto rigore!
 Che fiero consiglio!
 Scordarsi l'amore
 d'un misero figlio,
615d'un figlio infelice
 che colpa non ha. (Parte con le guardie)