Artaserse, libretto, Mannheim, Pierron, 1751

 SCENA III
 
 ARTABANO, poi MEGABISE
 
 ARTABANO
 I tuoi deboli affetti
 vinci o Artabano. Un temerario figlio
 s'abbandoni al suo fato. Ah che nel core
620condannarlo non posso. Io l'amo appunto,
 perché non mi somiglia. A un tempo istesso
 e mi sdegno e l'ammiro
 e d'ira e di pietà fremo e sospiro.
 MEGABISE
 Che fai? Che pensi? Irresoluto e lento
625signor così ti stai? Non è più tempo
 di meditar ma d'eseguir. Si aduna
 de' satrapi il consiglio; ecco raccolte
 molte vittime insieme. I tuoi rivali
 là troveremo uniti. Uccisi questi
630piana è per te la via del trono. Arbace
 a liberar si voli.
 ARTABANO
                                Ah Megabise,
 che sventura è la mia! Ricusa il figlio
 e regno e libertà. De' giorni suoi
 cura non ha, perde sé stesso e noi.
 MEGABISE
635Che dici?
 ARTABANO
                     Invan finora
 con lui contesi.
 MEGABISE
                              A liberarlo a forza
 al carcere corriamo.
 ARTABANO
                                       Il tempo istesso
 che perderemo in superar la fede
 e il valor de' custodi, agio bastante
640al re sarà di preparar difese.
 MEGABISE
 È ver, dunque Artaserse
 prima si sveni e poi si salvi Arbace.
 ARTABANO
 Ma rimane in ostaggio
 la vita d'un mio figlio.
 
 MEGABISE
                                           Ad un partito
645convien pure appigliarsi.
 ARTABANO
                                                Il più sicuro
 è il non prenderne alcuno. Agio bisogna
 a ricompor le sconcertate fila
 della trama impedita.
 MEGABISE
                                           E se frattanto
 Arbace si condanna?
 ARTABANO
                                         Il caso estremo
650al più pronto rimedio
 risolvere ne farà.
 MEGABISE
                                  Di me disponi
 come più vuoi.
 ARTABANO
                              Deh non tradirmi, amico.
 MEGABISE
 Io tradirti! Ah signor, che mai dicesti?
 Tanto ingrato mi credi? Io mi rammento
655de' miei bassi principi; alla tua mano
 deggio quanto possiedo; a' primi gradi
 dal fango popolar tu mi traesti.
 Io tradirti! Ah signor, che mai dicesti?
 ARTABANO
 È poco o Megabise
660quanto feci per te; vedrai, s'io t'amo
 se m'arride il destin. So per Semira
 gli affetti tuoi, non gli condanno e penso...
 Eccola. Un mio comando
 l'amor suo t'assicuri e noi congiunga
665con più saldi legami.
 MEGABISE
                                         O qual contento!