La contadina astuta: concordanza dei pezzi chiusi
La contadina astuta<br />(Livietta e Tracollo)

Università di Milano

Tomaso Mariani?
Giovanni Battista Pergolesi

La contadina astuta
(Livietta e Tracollo)

Progetto Claudio Toscani

Cura dei testi verbali Davide Stefani

La contadina astuta: concordanza dei pezzi chiusi
I  «Vi sto ben? vi comparisco» (6)
LIVIETTA
        Vi sto ben? vi comparisco?
     che ti par?
     Sembro giusto un amorino,
     trasformato in contadino,
     non è ver?
     Eh, lo credo, non giurar.
L, Venezia, 1744 uguale
I  «A una povera polacca» (4)
TRACOLLO
        A una povera polacca,
     a Baldracca, buona gente
     (questo dorme e non ci sente),
     fate un po' la carità.
L, Venezia, 1744 uguale
I  «A una povera polacca» (2)
        A Baldracca, buona gente,
     fate un po' la carità.
L, Venezia, 1744 assente
I  «E voi perché venite» (7+7)
LIVIETTA
        E voi perché venite
     a romperci la testa?
     Sarebbe bella questa,
     che avessimo a servirvi;
     spassarvi, divertirvi,
     per i begl'occhi vostri,
     senza cercar mercé.
        È un nostro sguardo, un vezzo
     favor, che non ha prezzo.
     Chi sol mi vuol guardare
     m'ha ben da regalare.
     Lo faccia, se gli piace;
     se no sen vada in pace:
     salute ad esso e a me.
L, Venezia, 1744 +1 verso
I  «Ecco il povero Tracollo» (7+5)
        Ecco il povero Tracollo
     già vicino a tracollar.
     Già mi vedo il laccio al collo,
     già mi sento soffogar.
     Questo è l'ul...timo sin...ghiozzo,
     giunta è l'al...ma al gar...garozzo,
     già si par...te, già sen va.
        Già la morte mi s'accosta.
     Come è brutta! Vedi, vedi
     con qual faccia mi minaccia,
     e da capo, sino a' piedi
     raffreddar, tremar mi fa.
L, Venezia, 1744 1 verso variato
I  «Vado, vado... ed avrai core» (5+5+5)
        Vado, vado... ed avrai core
     di veder chi t'ama tanto,
     sott'al mastro di giustizia,
     qual strozzato pollastrello,
     sbatter tutto e palpitar.
LIVIETTA
        Vanne, vanne. Io non ho core,
     non so tanto, non so quanto:
     Sott'al mastro di giustizia,
     qual strozzato pollastrello,
     sbatter devi e palpitar.
TRACOLLO
        Deh ti placa.
LIVIETTA
                                                       Parli al vento.
TRACOLLO
     Mi perdona.
LIVIETTA
                            Che tormento!
TRACOLLO
     Vita mia.
LIVIETTA
                       Via, via,
     a morir, non v'è pietà.
TRACOLLO
     Che martir! che crudeltà!
L, Venezia, 1744 3 versi variati
II  «Vedo l'aria che s'imbruna» (4+2)
TRACOLLO
        Vedo l'aria che s'imbruna,
     una stella non compare.
     S'è nascosto il sol, la luna.
     Che sarà!
        Quanto va ch'io l'indovino?
     Vorrà piovere e tuonar.
L, Venezia, 1744 uguale
II  «Caro perdonami» (8+9)
        Caro perdonami
     placa lo sdegno,
     la destra porgimi,
     di pace in segno.
     Ti lascio, addio,
     Tracollo mio,
     di Livietta
     non ti scordar.
        Ah, pria che morte
     mi chiuda i lumi,
     eterni Numi,
     se giusti siete,
     per poco il senno
     voi gli rendete,
     sinché mi veda,
     per sua vendetta,
     l'alma spirar.
L, Venezia, 1744 1 verso variato
II  «Non si move, non rifiata» (5+5)
        Non si move, non rifiata,
     chiusi ha gl'occhi, freddo il naso.
     Saria più brutto il caso.
     Vuo' chiamarla. Livietta
     sull'erbetta a la fransé.
        S'è quietata, quei tremori
     forse fur gl'ultimi tratti.
     Sfortunata! è già spirata.
     Uh mia bella morticella.
     Sol, fa, mi, mi, sol, do, re.
L, Venezia, 1744 +1 verso
II  «Sempre attorno, qual palomba» (4+4+3)
        Sempre attorno, qual palomba
     al suo caro palombaccio,
     ti starò, dicendo cru...
     crudelaccio, vieni a me.
TRACOLLO
        Sempre appresso, qual montone
     all'amata pecorella,
     ti verrò, dicendo be...
     bella, bella, vengo a te.
LIVIETTA
        Oh, che gusto!
TRACOLLO
                                                          Che diletto!
A DUE
     Per la gioia il core in petto
     io mi sento liquefar.
L, Venezia, 1744 uguale