Il prigionier superbo: concordanza dei pezzi chiusi
Il prigionier superbo

Università di Milano

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Giovanni Battista Pergolesi

Il prigionier superbo

Progetto Claudio Toscani

Cura dei testi verbali Romana Margherita Pugliese

Il prigionier superbo: concordanza dei pezzi chiusi
I 1 «Splenda il sol di luce adorno» (3)
CORO
        Splenda il sol di luce adorno
     e sì chiaro e fausto giorno
     venga lieto a festeggiar.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 +10 versi
I 1 «Premi o tiranno altero» (5+5)
        Premi o tiranno altero
     quel soglio ov'io regnai:
     ma in questi ceppi mira
     quella che tu non hai
     alta virtù e valor.
        Prepara a' danni miei
     tutto il tuo sdegno e l'ira;
     ch'io, benché prigioniero,
     sempre dirò che sei
     un vile usurpator.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 assente
I 3 «Che fiero martire» (4+4)
        Che fiero martire,
     in mezzo al gioire,
     da ignoto timore
     sentirsi agitar.
        Son regge, son sposo,
     e pure il mio core
     non trova riposo,
     non sa che bramar.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
I 4 «Fra tanti affanni miei» (5)
ROSMENE
        Fra tanti affanni miei
     chi mi consiglia, e dice,
     che far mai deggio o dei?
     Troppo infelice figlia,
     misero genitor!
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 +9 versi
I 4 «Parto. Non ti sdegnar» (5+4)
VIRIDATE
        Parto. Non ti sdegnar:
     ma se di te mi privi
     perché mi vuoi lasciar;
     ch'io parta non mi dir,
     dimmi ch'io mora.
        Merito i sdegni tuoi:
     punisci il mio fallir:
     ma ti rammenta poi
     che il cor t'adora.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 assente
I 6 «M'intendeste? non pavento» (6+5)
        M'intendeste? non pavento.
     Non t'ascolto, e tutta sdegno
     punirei quell'alma audace,
     strapperei quel core indegno.
     Così t'amo, così bramo,
     così grida il mio furor.
        E se niega avversa sorte
     la sua calma a questo seno,
     coll'idea di straggi e morte
     tempro almeno
     la mia rabbia, il mio dolor.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
I 8 «Un'aura di speranza» (4+4)
        Un'aura di speranza
     mi vola intorno al cor;
     e par che dica ognor
     sarai contento.
        E mentre in me s'avanza
     la speme di gioir,
     si placa il mio martir,
     manca il tormento.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
I 9 «Giusti numi che scorgete» (4+4)
        Giusti numi che scorgete
     di mia fede il bel candore,
     per pietà voi difendete
     il mio onore e la mia fé.
        E quell'empio, quel indegno
     fabro vil di mie sciagure,
     provi pure il vostro sdegno,
     voi punitelo per me.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
I 11 «Salda quercia allor che incalza» (4+4)
        Salda quercia allor che incalza
     d'aquilon lo sdegno e l'ira,
     più le cime al cielo inalza,
     più si mira insuperbir.
        E l'invitta mia costanza
     nel rigor dell'empia sorte
     rende il cor più fermo e forte;
     più s'avanza in me l'ardir.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
II 1 «Se il tuo bel labro» (4+4)
        Se il tuo bel labro
     chiede vendetta,
     già mi diletta
     la crudeltà.
        Se poi mercede
     promette il core,
     è il mio furore
     necessità.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
II 2 «Serba per altri rai» (5+5)
ERICLEA
        Serba per altri rai
     quell'alma infida, accesa,
     ché un dì d'avermi offesa
     forse ti pentirai,
     ma non ti ascolterò.
        Tu esulti, o traditore,
     io piango i mali miei,
     ma goderà il mio core
     quando punir dai dei
     il tuo fallir vedrò.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 1 verso variato
II 4 «Del mio valore al lampo» (3+3)
        Del mio valore al lampo
     non troverà mai scampo
     chi mio rival si fa.
        E sosterrò da forte
     a fronte della morte
     l'amata mia beltà.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
II 6 «Trucidati a queste piante» (5+3)
        Trucidati a queste piante,
     empio padre, ardito amante,
     vi trarrà il mio giusto sdegno:
     e nel vostro sangue indegno
     l'ira mia s'estinguerà.
        Fra i tormenti più spietati
     spirar l'alma, o scelerati,
     oggi il mondo vi vedrà.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
II 7 «Vado a morte, a te la figlia» (6+4)
        Vado a morte, a te la figlia,
     lascio a te gli affetti miei.
     Tu rammentati chi sei,
     col dover tu ti consiglia.
     Il mio sangue vuol vendetta,
     a voi parla il genitor.
        Così solo negli Elisi
     avrà pace l'alma mia;
     così solo in compagnia
     non andrà del suo dolor.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
II 9 «Chi mi sgrida, chi mi dice» (7+4)
        Chi mi sgrida, chi mi dice
     mostro fier di crudeltade,
     per te piango in braccio a morte
     se tu sei del mio consorte
     ombra cara ed infelice.
     Taci, oh Dio,
     taci e mira il mio dolor.
        La mia barbara pietade,
     il perduto mio contento,
     brama, smania e pentimento
     stanno accolti intorno al cor.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 1 «Ombre meste, oscuri orrori» (4)
VIRIDATE
        Ombre meste, oscuri orrori
     che ascoltate i miei sospiri,
     per pietà de' miei martiri
     apprendete a sospirar.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 3 «Dopo il periglio» (6+4)
        Dopo il periglio
     della tempesta,
     col suo naviglio
     se giunge in porto,
     lascia il nocchiero
     di sospirar.
        Così felice
     dopo il dolore,
     non saprà il core
     che sia penar.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 1 verso variato
P ms. I-Nc Rari 7.6.9 assente
III 4 «Padre... | Non vo' ascoltarti» (15+9)
ROSMENE
        Padre...
SOSTRATE
                                               Non vo' ascoltarti.
ROSMENE
     Sposo...
VIRIDATE
                    Infedel, tiranna.
ROSMENE
     Ah! che il pensier v'inganna.
     Caro, lo sanno i dei...
VIRIDATE
     Fuggi dagli occhi miei.
ROSMENE
     Signor, son rea; ma senti...
SOSTRATE
     Volgi da me que' lumi.
ROSMENE
     (Vorrei morir!) Cor mio...
     a te son fida.
VIRIDATE
                             Menti.
ROSMENE
     (Che pena è questa, oddio!)
VIRIDATE
     Anima senza fé.
ROSMENE
     Deh! per pietade...
SOSTRATE
                                       Parti.
     Non v'è pietà per te.
ROSMENE
     (Barbari, ingiusti numi!
     La morte mia dov'è?)
        Ah! Genitor, s'io scrissi...
SOSTRATE
     Taci. Non han gli abissi
     mostro maggior di te.
ROSMENE
     Già ch'io ti fui spietata,
     aprimi, o caro, il seno.
VIRIDATE
     Vanne al tuo sposo, ingrata;
     involati da me.
ROSMENE
     (Cieli pietosi, almeno
     parlate voi per me).
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 5 «Vedi, ingrato, e pensa oh Dio» (4+4)
        Vedi, ingrato, e pensa oh Dio
     che il mio cor nel suo tormento
     pensa solo al tuo contento,
     pensa solo al tuo gioir.
        Ma nel sen dell'idol mio
     tant'amore e fedeltade
     non risveglia la pietade
     dell'ingiusto mio languir.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 6 «Volgi a me le vaghe ciglia» (3+3+6+4)
METALCE
        Volgi a me le vaghe ciglia,
     io per te son tutto amore,
     tanto sdegno, o Dio, perché?
ROSMENE
        Traditor chi ti consiglia.
     Son nemica, t'odia il core,
     tu lo sai, che vuoi da me?
METALCE
        Dimmi, o cara, in che ti offesi.
ROSMENE
     Va' tiranno, troppo intesi.
METALCE
     Deh pietà delle mie pene.
ROSMENE
     Rendi a me le mie catene.
METALCE
     Io mi struggo.
ROSMENE
                               Io ti fuggo.
A DUE
     Questo è duol, questo è martir.
        Giusti numi che scorgete
     il dover / che serbo in petto, / la pietà
     l'alma mia voi difendete,
     date fine al mio languir.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 7 «Trema il cor, s'oscura il ciglio» (6+4)
        Trema il cor, s'oscura il ciglio,
     manca il piè, mi veggo intorno
     il terror del mio periglio.
     Dove fuggo?
     Ciel nemico, infausto giorno,
     sì la vita io perderò.
        Il morir non mi spaventa,
     e pur temo e in sen mi sento
     un insolito tormento
     ch'io l'intendo, e dir nol so.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 8 «Perché non m'uccidi» (4+4)
        Perché non m'uccidi,
     spietato martoro?
     Se adesso non moro,
     deh! quando morrò?
        Se a tanti martiri
     resiste il mio core,
     che uccida il dolore
     più creder non vo'.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 9 «Pur cadesti alfin dal soglio» (3+4)
        Pur cadesti alfin dal soglio:
     pur ti vedi, o mostro altero
     prigioniero a questo piè.
        Pria superbo di tua sorte,
     dispietato e pien d'orgoglio
     minacciavi a me la morte:
     or la morte avrai da me.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 assente
P ms. I-Nc Rari 7.6.9
III 10 «Con eco giuliva» (3+3)
TUTTI
        Con eco giuliva
     risponda ogni riva
     al nostro piacer.
        Già il fato sdegnato
     arride placato
     al nostro goder.
P ms. I-Nc Rari 7.6.7-8 uguale
P ms. I-Nc Rari 7.6.9